Vicini di casa alleati contro i ladri – La gente non ne può più delle razzie nelle case. Così prendono piede forme di vigilanza spontanea. E per lanciare l’allarme oggi si usano i social
Alcuni anni orsono, chi visitava l’Irlanda notava spesso un cartello all’inizio di ogni paesello: “In questo paese è attivo il controllo di comunità”. Non sappiamo se ci fosse un problema di furti nelle abitazioni, ma di certo quei cartelli erano un modo per spiegare ai malintenzionati che le persone stavano attente, che vigilavano sulle case dei vicini ricevendo altrettanta attenzione.
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Questa regione ospita un arsenale – Un’arma ogni dieci abitanti. È questa la stima (molto cauta) in base ai dati forniti dalle questure di Udine, Pordenone e Gorizia. Ma negli ultimi anni non c’è stata la corsa ad armarsi
Quando si parla di sicurezza dei cittadini, sorge spontanea una riflessione sul possesso e l’utilizzo di armi da fuoco. Nelle chiacchiere da bar, tanto presenti anche sui social, c’è chi di fronte all’ennesima notizia di furto, si dichiara pronto a sparare al ladro trovato dentro casa..
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L’unione fa la sicurezza – Dall’inizio del decennio, è salito il numero di reati, ma siamo meno preoccupati di restarne vittime
È quanto emerge dalle statistiche relative alla percezione della sicurezza in Fvg. Un esempio sono i furti nelle abitazioni: cinque anni fa si verificavano 12,4 casi ogni mille famiglie, ma nel 2014 il dato era salito a 16,5. Così, i borseggi sono passati dai 3,6 casi ogni mille abitanti del 2011 ai 4,3 di due anni fa. E così, in pochi anni, il mito dell’isola felice si è disintegrato e i cittadini hanno cercato di organizzarsi per difendersi. Ma come riuscire a dormire sonni più tranquilli? Ne abbiamo parlato con Marco Cavalli, che è analista della sicurezza impegnato sul territorio nazionale.
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Parlamentari pronti a dar battaglia sui collegi
Le risposte dei nostri eletti alla mozione dell’Assemblea della Comunità linguistica friulana che chiede di rivedere l’Italicum. La strada da seguire: il sistema uninominale sul modello del Trentino Alto Adige
La rappresentanza politica della minoranza linguistica friulana a Roma va garantita. E’ questa la risposta che sei deputati (la metà) e un senatore (su 6) eletti in regione alla mozione rivolta loro dall’Assemblea della Comunità linguistica friulana per mezzo di una lettera. Obiettivo, chiedere la rivisitazione dei confini dei collegi elettorali disegnati dopo l’approvazione dell’Italicum, che ha ‘spaccato’ a metà il Friuli: da una parte i territori provinciali di Gorizia e Trieste, più 44 Comuni della provincia di Udine appartenenti alla Bassa e alla fascia confinaria a est, dall’altra il resto della regione.
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Opere nate male. Ecco come farle rinascere cattedrali nel deserto 2 – In Friuli si possono trovare edifici costruiti in fretta e furia, realizzati fuori tempo massimo o sovradimensionati. La sfida per la montagna friulana è gestire bene e mettere a sistema le strutture sportive
L’Italia, si sà, è la patria delle cattedrali nel deserto. E il Friuli, pur non raggiungendo le ‘vette’ di altre parti del Belpaese, non è immune da tale fenomeno. Abbiamo scelto alcune opere nate male, per diversi motivi. C’è quella, pur realizzata al posto giusto, completata fuori tempo massimo (Interporto di Cervignano), quella pensata per un mercato che, dopo poco tempo, è sparito (Pala Aste della Fiera di Udine). E c’è anche quella concepita così male da non essere mai entrata in funzione e diventata, col passare del tempo, occasione di scontro politico tra Comuni (campeggio di Udine). Nei primi due casi, probabilmente le opere scontano da una parte la lungaggine degli iter burocratici, che permettono la realizzazione quando ormai la struttura è superata, dall’altra il cambio repentino di politiche economiche che poco hanno tenuto conto delle necessità del territorio.
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Chi (ri)cerca trova… il futuro – La nostra regione continua a essere culla per idee all’avanguardia in tutti i settori
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