Un cantiere dell’ateneo per ricostruire il Friuli – A 40 anni dalla sua fondazione, l’Università friulana rilancia il proprio ruolo per lo sviluppo civile, sociale e culturale del territorio. Ecco a che punto sono arrivati i lavori
L’Università di Udine è un unicum in Italia. Si tratta, infatti, del solo ateneo del Belpaese nato dalla volontà popolare. E che questa istituzione debba essere legata a filo doppio con il territorio è un obiettivo che l’ateneo si è dato fin da subito. L’articolo uno del suo Statuto, infatti, dice che suo fine è contribuire “allo sviluppo civile, culturale, sociale ed economico del Friuli”. Insomma, non si tratta – almeno non solamente – di trasferire l’innovazione tecnologica alle aziende del territorio. C’è qualcosa in più. Per questo non è sbagliato indicare l’ateneo come ‘Università del Friuli’.
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Laurearsi a Udine garantisce un lavoro – Anche se gli iscritti all’Ateneo friulano sono in lieve calo, aumenta la possibilità di trovare un impiego appena ottenuto il titolo di dottore. Crescono e migliorano strutture e strumenti
Nel quarantesimo anniversario dell’istituzione dell’Università di Udine grazie alla legge 546 dell’8 agosto 1977, la prima legge organica sulla ricostruzione del Friuli dopo il tragico terremoto dell’anno precedente, si può dire che laurearsi all’Ateneo friulano conviene.
È quanto emerge dall’ultima indagine annuale del consorzio interuniversitario Almalaurea. Dalla quale emerge che a un anno dalla laurea il tasso di occupazione, che comprende, seguendo la definizione Istat, anche quanti sono in formazione retribuita, dei laureati di tutti i livelli (triennale, magistrale; magistrale a ciclo unico; Scienze della formazione primaria, corso non riformato) all’Ateneo friulano è del 60% a fronte del 52% della media nazionale.
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Così L’unione europea ci ha permesso di essere friulani – è quanto emerge da Europa 57/17, il progetto del Centro di documentazione Commessatti in occasione del 60° anniversario del Trattato di Roma
Per essere friulani dobbiamo essere europei. E viceversa. E’ questo in estrema sintesi il risultato di Europa 57/17, l’iniziativa del Centro di documentazione europea ‘G. Comessatti’ dell’Università di Udine, con la collaborazione della cooperativa Informazione Friulana e con il sostegno della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, in occasione del 60° anniversario dei Trattati di Roma e del 30° anniversario dell’Erasmus. Il progetto, che si è articolato in alcune trasmissioni su Radio Onde Furlane e una tavola rotonda che si è tenuta il 3 novembre, ha visto il coinvolgimento di numerosi esperti e ha trattato da una parte la storia e le prospettive dell’integrazione europea, dall’altra i diritti e le esperienze per la promozione del plurilinguisimo e a favore della tutela delle minoranze.
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Per il fiume è bene fare un bel contratto – Presto saranno tre i corsi d’acqua regionali oggetto di questo nuovo modo di affrontare le problematiche legate alla sicurezza idraulica, al recupero e alla valorizzazione delle aste fluviali
A volte la soluzione più semplice è dietro l’angolo. E’ il caso del Contratto di fiume, strumento che lentamente comincia ad essere utilizzato anche nella nostra regione. Dopo molti tentativi di mettere in sicurezza i corsi d’acqua, naufragati sugli scogli di un’opposizione durissima del territorio, si è capito che anziché imporre dall’alto certi progetti, è meglio invertire il punto di partenza, iniziare dal territorio e dalla sua gente. Il primo a tracciar la strada in regione è stato il Contratto di fiume del Natisone, siglato lo scorso febbraio. E’ invece di qualche giorno fa l’avvio di analoga iniziativa per il Roiello e presto si partirà anche con lo Judrio, mentre ci sono stati interessamenti per il Cormor, rimasti però privi di seguito.
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Mano tesa anche a turismo e Pmi – FONDAZIONE FRIULI – Per il prossimo anno, l’Ente amplia l’attività di sostegno e punta alla salvaguardia del patrimonio, territorialità e sussidiarietà, oltre all’attenzione alle nuove generazioni e fragilità sociali
La Fondazione Friuli ha approvato il Documento Programmatico Previsionale 2018 con uno stanziamento di 6 milioni di euro. Il Dpp contiene gli obiettivi per il prossimo anno, in coerenza con le direttive contenute nel documento triennale 2017-19.
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La commedia 2.0 viaggia on the road – Christian Canderan conquista la vittoria al Cardiff Film Festival parlando di temi forti con leggerezza e intelligenza in ‘Un Ferragosto all’italiana’: dal Friuli al Molise lungo la costa adriatica
Difficile non collegare la definizione di “road movie” agli Stati Uniti d’America. Difficile pensare a un’ambientazione diversa dalla mitica Route 66, ad alloggi che non siano i motel, a paesaggi differenti dai maestosi panorami americani.
Eppure Christian Canderan, trentanovenne regista originario di Meduno, vola di fantasia e confeziona ‘Un Ferragosto all’italiana’, una commedia on the road, ambientandola tra il Nord e il Sud Italia, dal Friuli al Molise attraverso sei regioni, con una tematica importante raccontata con il sorriso.
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