Le dichiarazioni dell’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, circa la necessità nel breve futuro di un considerevole numero di lavoratori per i cantieri navali, tra cui quello monfalconese, hanno mosso anche Anna Maria Cisint, sindaco di Monfalcone. Il sindaco, dai fatto, prende posizione sulle dichiarazioni dell’amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono e annuncia una ‘fiera del lavoro’ per promuovere, sostanzialmente, la manodopera locale e fermare l’arrivo di immigrati, reclamando un diverso modello produttivo, per promuovere l’indotto e stimolare le nuove professionalità.
“Il richiamo dell’Amministratore delegato di Fincantieri tocca un aspetto cruciale perché l’esigenza di promuovere l’utilizzo dei nostri giovani e della manodopera locale è la questione fondamentale per invertire un modello produttivo sbagliato che ha alimentato un’immigrazione incontrollata e il conseguente degrado della nostra città, come di altri territori. Con Bono siamo sulla buona strada per dare una svolta, sostenuti dal presidente Massimiliano Fedriga, con il sistema della formazione e del mercato del lavoro regionale. Posso anticipare che a settembre sarà lanciata una vera e propria ‘fiera del lavoro regionale’, un grande recruiting day che sulla base dei fabbisogni della maggior azienda della regione, i cantieri navali, e di un carico di lavoro consistente che si proietta ai prossimi dieci anni, metterà in contatto le imprese interessate e l’intera platea di chi è alla ricerca di impiego nel Friuli-Venezia Giulia e perché no? nel vicino Veneto. Potrà essere un modello a livello nazionale perché non si tratta solo di far incrociare bisogni e offerta, ma anche di introdurre gli eventuali aggiornamenti professionali d’inserimento e il sistema della rete di trasporto con i luoghi di residenza”.
“Da tempo sostengo che la logica con la quale affrontare il fabbisogno del nostro cantiere ha due strade” prosegue Cisint. “La prima è quella del potenziamento dell’indotto regionale, perché da noi abbiamo un sistema di imprese di eccellenza che può trovare in questa prospettiva un volano di ulteriore innovazione e sviluppo. L’altra è quella di fermare l’utilizzo degli stranieri, motivato perlopiù non da ragioni di competenze tecniche in loro possesso, quanto dalla possibilità per i subappaltatori di uno sfruttamento contrattuale e dare la possibilità di collocamento alla nostra manodopera su base regionale. Bono che è anche presidente della Confindustria regionale non può che essere convinto sostenitore di queste due esigenze di rafforzamento del sistema delle imprese e del marcato del lavoro del Friuli-Venezia Giulia. Peraltro, è da riflettere sul fatto che proprio il favorire l’impiego di immigrati non ha certo stimolato la scuola e le aziende a sviluppare le professionalità che oggi i cantieri richiedono. Fortunatamente la Regione ha dimostrato di essere pronta a fare la sua parte nella formazione”.
“In sostanza si deve cambiare il sistema invalso nel disinteresse degli amministratori locali e regionali del passato che ha creato tante negatività. I segnali di questi mesi sono positivi: da gennaio i lavoratori bengalesi al cantiere sono calati di 250 unità, Bono si è impegnato a dare soluzione a tutti gli esuberi rimasti dopo la chiusura della Eaton e ora con la ‘fiera del lavoro’ a creare una grande occasione di svolta”, conclude il sindaco.