A una settimana dal Giorno del Ricordo, che si celebra ogni anno il 10 febbraio, è ancora polemica sulle foibe. Questa volta ad accendere la miccia è l’assessore all’Ambiente Fvg ed esponente di Fratelli d’Italia, Fabio Scoccimarro che, ospite a Telequattro ha affermato che a chiedere scusa all’Italia dovrebbero essere “i governi dell’ex Jugoslavia. Vorremo che i presidenti di Slovenia e Croazia imitassero il grande gesto di Willy Brandt a Varsavia, quando il cancelliere tedesco si inginocchiò davanti al memoriale del ghetto di Varsavia”. Sulle parole del presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, l’assessore regionale ha detto che “va interpretato, perché come diceva Almirante ‘non vogliamo schierare i carri armati sul confine, ma nulla vieta di considerare Istria, Fiume e Dalmazia terre di cultura italiana’”.
“Dopo lo scambio di lettere tra il presidente Pahor e il presidente Mattarella, nessuno sentiva la mancanza della voce di Scoccimarro su foibe ed esodo – commenta il consigliere regionale Roberto Cosolini (Pd) -. Purtroppo non ha resistito a rilanciare, alimentando una spirale che ci riporta ai tempi di Almirante, di cui l’assessore forse sente nostalgia”.
“Per essere credibile sui drammi del ‘900 – aggiunge Cosolini – Scoccimarro dovrebbe farsi vedere anche il 27 gennaio e il 25 aprile in Risiera, a ricordare orrori del nazismo e del fascismo suo complice. Potrebbe così toglierci il dubbio che ci sia una destra che continua solo a strumentalizzare e attizzare incendi, invece che esser parte di un processo di pacificazione nel rispetto delle memorie”. Per Cosolini “fuori luogo sono anche i paragoni col Ghetto di Varsavia o con Aushwitz, per ragioni che un lume di buon senso rende evidenti”.
Il segretario regionale del Pd Fvg Cristiano Shaurli ha osservato inoltre che “se Scoccimarro dovesse inginocchiarsi in tutte le terre e i paesi martoriati dall’invasore fascista, dalla Slovenia giù per i Balcani fino in Albania e in Grecia, se dovesse inginocchiarsi in tutti i luoghi degli eccidi e delle torture nazifasciste, gli verrebbero i calli alle ginocchia”. Shaurli ha infine chiesto: “Si fermi questa polemica e si torni a lavorare per unire e non per dividere”.