Con i voti favorevoli di Lega, Forza Italia, Progetto FVG/Ar, FdI/An, M5S e il no di Pd, Cittadini, Open Sinistra FVG e Patto per l’Autonomia, il Consiglio regionale ha approvato il disegno di legge n.37, che modificando la legge regionale 13/2018, detta nuovi interventi su diritto allo studio e potenziamento dell’offerta formativa del sistema scolastico regionale. Tra le modifiche al testo apportate nel corso dell’esame, per lo più tese a perfezionare la terminologia delle norme e specificare tecnicamente singole disposizioni del provvedimento, l’Aula ha accolto un emendamento presentato dalla Giunta e illustrato dall’assessore Rosolen che viene incontro alle esigenze di liquidità delle associazioni affiliate alle scuole, erogando i contributi contestualmente alla concessione degli stessi.
Proposta dal M5S e fatta propria da Basso (FdI/An) è stata approvata un’ulteriore modifica che in materia di inserimento scolastico degli alunni figli di immigrati aggiunge alle iniziative volte alla valorizzazione dell’identità culturale regionale anche quelle di carattere interculturale.
Prima del voto l’Aula, alla presenza dell’assessore Alessia Rosolen, aveva accolto cinque ordini del giorno: il primo a firma Basso (FdI/An), Bordin e Bernardis (Lega) Nicoli e Piccin (FI) e Di Bert (Progetto FVG/Ar), che impegna la Giunta a salvaguardare nelle sedi istituzionali i contratti a tempo indeterminato dei docenti in possesso del diploma magistrale.
Il secondo odg, presentato da Furio Honsell (Open Sinistra FVG) impegna la Giunta a farsi carico del contributo necessario al trasporto scolastico extra regionale degli studenti disabili frequentanti le scuole secondarie della regione, che precedentemente era coperto dalla Province, mentre porta la firma di Gabrovec (Pd-Ssk), Slokar e Mazzolini (Lega) l’odg che impegna l’esecutivo a promuovere lo sviluppo di un’offerta scolastica plurilingue nella Valcanale e in quelle aree regionali che manifestano lo stesso interesse.
Siglato dai consiglieri del M5S Ussai, Capozzella e Sergo il provvedimento che impegna la Giunta a valutare l’adozione di un Protocollo d’intesa con l’Ufficio scolastico regionale per la somministrazione dei farmaci a scuola, mentre i consiglieri Moretti, Cosolini, Russo e Bolzonello (Pd) impegnano l’Esecutivo a valutare la possibilità di sostenere quelle iniziative che nelle scuole secondarie di secondo grado intendono incrementare la durata dei percorsi per le competenze e l’orientamento.
“La scuola ha il compito di insegnare ai ragazzi la storia, solo così potranno capire chi sono, da dove vengono e acquisire e rafforzare le loro identità territoriali”. A dirlo, il consigliere regionale della Lega Lorenzo Tosolini. “Grazie a un’esperienza quarantennale d’insegnante – fa presente Tosolini -, ho una conoscenza diretta del complicato mondo della scuola. L’orientamento della maggioranza, che si esprime in questa legge, è una garanzia nel recupero delle identità. Non si tratta assolutamente di una norma ideologica, come invece lascia intendere una certa parte politica che spesso ha usato la scuola come strumento di lotta socio-politica. I temi affrontati in legge sono concreti e di contenuto. Abbiamo ereditato un Ufficio scolastico regionale declassato e con la peculiarità linguistica che caratterizza il Friuli Venezia Giulia, Regione a statuto speciale, accantonata. Nonostante tutto – aggiunge il consigliere della Lega – i nostri studenti rappresentano ancora un’eccellenza, una consapevolezza che comunque ci fa ben sperare”.
“Il percorso scuola-lavoro ha incontrato in questi anni evidenti difficoltà. L’integrazione dei percorsi è compito degli istituti professionali dove agli studenti viene insegnato un mestiere, si rimodella questo rapporto proprio perché certi istituti hanno il compito di dare una competenza. Uno dei temi ancora maggiormente dibattuti – conclude Tosolini – è l’abbandono scolastico, che riflette un disagio adolescenziale e giovanile che coinvolge certo la scuola ma soprattutto la famiglia, priorità della nostro programma elettorale”.
“Ci soddisfa – spiega il consigliere regionale M5S Mauro Capozzella – l’accoglimento del nostro emendamento, fatto proprio dal relatore di maggioranza Alessandro Basso, relativo all’inserimento scolastico degli alunni figli di immigrati e dei loro genitori. Questa modifica mantiene la possibilità di attivare iniziative di carattere interculturale, senza sostituirle ma affiancandole a progetti volti alla valorizzazione dell’identità regionale. Ogni mondo nuovo porta arricchimento e non c’è una classifica di ciò che è bene imparare e ciò che invece va allontanato. La conoscenza e la cultura sono le uniche armi che abbiamo a disposizione per combattere l’ignoranza e il nascere di nuovi e pericolosi razzismi”.
“Già in sede di Commissione – aggiunge Capozzella – l’assessore Rosolen ha presentato degli emendamenti che rispondevano alle nostre preoccupazioni sul tema dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento, questione che ci aveva allarmato e su cui eravamo intervenuti a mezzo stampa sottolineando l’inopportunità di toglierli dalla legge per inserirli nell’insieme dei Bisogni Educativi Speciali. Abbiamo accolto quindi con sollievo le proposte dell’assessore che ha saputo porre rimedio a questo errore senza rendere necessario un nostro intervento in aula”.
Secondo il consigliere M5S meritano appoggio “la maggiore integrazione con l’Ufficio scolastico regionale per il Friuli Venezia Giulia, il potenziamento dell’offerta formativa e quegli interventi nobili, quali il sostegno alle scuole in ospedale e a domicilio, il supporto finanziario per le scuole ancora prive di dirigenti amministrativi, così come la previsione di una dotazione finanziaria complessiva più ampia”.
“Permangono però delle criticità sulla visione con cui guardare all’educazione delle generazioni più giovani che ci vedono ancora disallineati”, osserva Capozzella, riferendosi in particolare alla preferenza per il tempo prolungato a discapito del tempo pieno. Mi colpisce che il momento del pasto, garantito dal tempo pieno, non venga ritenuto un fatto essenziale da promuovere anziché cancellare. Non sarebbe più in linea con un’amministrazione regionale che promuove la salute nelle scuole e che vuole garantire un’alimentazione sana ed equilibrata intervenire per garantire un tempo tempo pieno anche alla scuola primaria di secondo grado?”.
Per quanto concerne l’alternanza scuola-lavoro, infine, il consigliere sottolinea come “per arrivare al risultato di una valutazione dei percorsi scuola-lavoro omogenea e congrua con i sistemi regionali formativi e di politiche attive del lavoro, credo sia opportuno che si intervenga a livello legislativo prevedendo che questi percorsi si concludano con accertamenti e valutazioni uniformi, codificati secondo il sistema nazionale che utilizza l’Atlante Lavoro, in modo da entrare di fatto nei curricula degli studenti e da essere riconosciuti, come accade già per i percorsi di tirocinio e apprendistato”.
“Quella che è stata ampiamente annunciata come un’ambiziosa rivoluzione della scuola si dimostra invece un intervento che calpesta l’autonomia degli istituti scolastici, rompe le positive relazioni che essi hanno instaurato nel territorio e limita la partecipazione degli studenti alla vita della scuola”. A dirlo è la consigliera regionale del Pd, Chiara Da Giau intervenendo a margine del dibattito. “Questa legge è nata nelle chiuse stanze dell’assessore Rosolen senza l’ascolto e la condivisione con dirigenti scolastici e insegnanti. Lo testimonia l’abolizione dei progetti speciali, contestata da tutti gli addetti ai lavori sentiti durante la commissione, e che determina un pesante impoverimento dell’offerta formativa”. Inoltre aggiunge la consigliera dem, “in un momento in cui ci si vanta di aver rafforzato l’autonomia regionale in tema di scuola, in realtà si persegue una volontà di accentrarne non solo l’organizzazione, ma anche la definizione dei contenuti didattici, possibilmente tagliando fuori tutti i soggetti che si discostano dal pensiero unico che si vuole trasmettere”.
Secondo Da Giau sono “gravissimi poi gli interventi normativi che cancellano i fondi per le consulte provinciali degli studenti promettendo convenzioni di cui in legge non c’è traccia, e l’abolizione del tavolo di confronto sulle esperienze per il prolungamento del tempo scuola. Non può migliorare il giudizio su questa norma – conclude – il fatto che siamo riusciti a salvare dalla foga ideologica della maggioranza la previsione delle iniziative interculturali nelle scuole. Le dichiarazioni fatte dalla Lega confermano l’impianto ideologico del provvedimento cui non potevamo dare il nostro sostegno”.
Troppe le criticità riscontrate dai consiglieri regionali Massimo Moretuzzo e Giampaolo Bidoli, a partire dal mancato coinvolgimento del mondo della scuola e degli enti locali nell’elaborazione della modifica normativa. Nel dettaglio, “si elimina il tavolo di coordinamento sul tempo pieno, che era stato richiesto dagli istituti comprensivi e dai territori che vivono questa esperienza didattica, caratterizzata da una sua specificità e necessità particolari – spiegano Moretuzzo e Bidoli -. Si eliminano pure i finanziamenti alla Consulta degli studenti, che invece rappresenta un organo da sostenere e valorizzare, e i progetti speciali che portavano a scuole, Comuni e territori le risorse necessarie per realizzare iniziative che mettevano positivamente in rete i diversi soggetti interessati. Il nuovo disegno di legge li sostituisce con convenzioni gestite direttamente dall’Ufficio scolastico regionale e stipulate solo con soggetti pubblici.
“In tal modo, non si coinvolgerà più il territorio e il mondo dell’associazionismo – osservano Moretuzzo e Bidoli -. Si tratta di una svolta verticalista, che non valorizza la sussidiarietà e le energie del territorio. Non è certamente in questo modo che si fa il bene della scuola, che va salvaguardata in ogni forma, perché attraverso la scuola passa il futuro dei nostri giovani e, dunque, della nostra regione”.
“Una cappa grigia e pesante cala sul mondo della scuola”. Così Furio Honsell, consigliere regionale di Open-Sinistra FVG e relatore per l’Aula del provvedimento sul diritto allo studio. “La Giunta Fedriga, dopo diversi spot elettorali – aggiunge Honsell -, si dimostra nuovamente incapace e inefficace nell’apportare principi di innovazione nella legislazione e nei settori rilevanti per i cittadini della regione. Se la natura e l’evoluzione di questa legge diventeranno lo schema legislativo prevalente per la maggioranza in tema di scuola, rimango fortemente preoccupato per il futuro dei nostri giovani e di tutte le persone che operano nel settore scolastico ed educativo. Questa legge è stata caratterizzata da un iter legislativo quasi di ‘rapina’, non articola nuove idee e opera ritocchi corrosivi e ‘parassitari’ dell’impianto esistente in modo da rendere la struttura meno aperta a creatività e novità. Questa legge doveva dare energia e risorse nuove alla scuola, favorendo la libertà di innovazione didattica ma, al contrario, tutti quegli strumenti che erano a disposizione per sperimentarla vengono ora irrigiditi”.
“Avrebbero dovuto favorire l’emancipazione – conclude Honsell -, la promozione della fiducia in se stessi, la promozione della curiosità, del gusto della ricerca e della scoperta, invece prevalgono spiegazioni preconfezionate. Avrebbe dovuto essere un intervento sulla scuola, che favorisse in una logica pluralista la liberazione e diffusione delle idee migliori. La più grande fonte di disparità e di sofferenza nell’epoca contemporanea riguarda la conoscenza. Contrastare tale disparità è nostro dovere, ma anche la nostra unica speranza per un mondo migliore e questa legge non va in quella direzione”.