Il sindaco di Monfalcone, Anna Maria Cisint, replica alle affermazioni del sindaco di Palmanova in merito all’ospedale cantierino. “Le polemiche dimostrano il permanere di una logica che guarda alla riforma sanitaria non tanto con un criterio di funzionalità alle esigenze sanitarie, quanto con quello della passata esperienza della Serracchiani che ha visto l’assemblaggio di aziende e servizi al di fuori di ogni razionalità ed efficienza. Il nosocomio di Monfalcone, che conta oltre 35 mila accessi di pronto soccorso, è al centro di una realtà complessa dal punto di vista demografico e economico, con la presenza di uno stabilimento con 10 mila dipendenti, un porto e un aeroporto e che, dopo essere stato depauperato nell’assurdo accorpamento con realtà territoriali con caratteristiche disomogenee come Latisana e Palmanova, sta ricostruendo la propria funzione di polo specialistico importante, nel contesto del nuovo sistema a rete con Trieste che garantisce autonomia gestionale e finanziaria dei diversi ospedali in modo da assicurare la presa in carico del paziente in base all’appropriatezza”.
“Le scelte che in questa riforma coinvolgono Latisana e Palmanova rispondono a esigenze indiscutibili di sicurezza, di contenimento delle “fughe” di un ampio bacino verso il Veneto, con conseguente grave impoverimento di risorse e servizi, e nello stesso tempo prevedono il mantenimento e lo sviluppo di significative strutture sanitarie nel territorio”, continua Serracchiani. “Dov’era il sindaco di Palmanova quanto in passato si sono calate dall’alto scelte che hanno penalizzato e marginalizzato l’azienda Gorizia-Monfalcone-Latisana-Palmanova dal punto di vista logistico e organizzativo e hanno determinato situazioni di difficoltà gestionali e operative nei confronti degli utenti? Piuttosto si è fatto sostenitori di provvedimenti su misura in spregio a quegli interessi generali che ora vorrebbe sbandierare”.