“L’elezione di Sassoli alla presidenza dell’Europarlamento salva l’Italia da uno smacco storico. Il Governo Salvini è stato incapace di far valere il peso del nostro Paese, ha bloccato con gli amici di Visegrad la candidatura di Timmermans e ha aperto la strada a una presidente della Commissione Ue notoriamente pro-austerity e legata a filo doppio con i Paesi rigoristi dell’Est: ottimo lavoro”. Lo afferma la deputata Debora Serracchiani (Pd) commentando l’elezione di David Sassoli quale nuovo presidente del Parlamento europeo.
Valutando “stupefacente che la ‘italianissima’ Giorgia Meloni riesca a invitare a non votare l’unico italiano candidato a una carica di vertice in Europa, solo in odio al Pd”, Serracchiani invia “complimenti e auguri di buon lavoro a Sassoli, di cui ho conosciuto l’equilibrio e apprezzato l’autorevolezza negli anni in cui sono stata europarlamentare. I cittadini europei e in particolare gli italiani si attendono una ventata di cambiamento e maggiore vicinanza dalle istituzioni europee”.
“Un risultato importante in primo luogo per l’Italia, ma certo anche per il gruppo dei Socialisti e Democratici e per il Partito Democratico. Un segnale forte, di rispetto del grande lavoro fatto in Europa in questi anni, l’espressione di un argine a quei nazionalismi che rischiano di farci ripiombare negli anni bui. Quanto accaduto in Gran Bretagna deve essere per tutti noi l’ultimo e definitivo avviso”. Lo ha scritto il segretario del Pd Fvg Cristiano Shaurli in un messaggio al neoeletto presidente del Parlamento europeo, David Sassoli.
Il segretario dem invia gli auguri di buon lavoro a Sassoli “da una regione di confine, dove abbiamo sperimentato direttamente quanto male possano fare i confini e come l’Europa possa essere una efficace cura ai nazionalismi”.
Shaurli rende merito a Sassoli di aver “giustamente ricordato la necessità di rivedere gli accordi di Dublino, come uno dei primi passi da fare”, e precisa come ciò rimarchi “l’impegno serio e responsabile del Partito democratico sul tema immigrazione, nel quale serve serietà, visione e condivisione per vincere sulla banalizzazione e sulle facili strumentalizzazioni. E’ un fenomeno che stiamo vivendo sulla nostra pelle e nel nostro territorio dove – conclude – si riparla di muri al confine con la Slovenia”.