Juan Guaidò è stato riconosciuto presidente ad interim del Venezuela dai Paesi appartenenti all’Ue che ora chiedono nuove elezioni. L’Italia non è tra i Paesi schierati a favore nè di Maduro nè di Guaidò, per il momento, poiché non c’è unità di vedute all’interno dei partiti stessi di governo e opposizione.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha commentato dicendo che “non ci può essere incertezza nè esitazione nella scelta tra la volontà popolare e la richiesta di autentica democrazia da un lato e dall’altro la violenza della forza”.
Sulla posizione dell’Italia in rapporto alla crisi venezuelana è intervenuto anche Alessandro Di Battista (M5S).
“La quantità di “democrazia” che si vuole esportare in un paese è sempre direttamente proporzionale alla quantità di petrolio lì presente – scrive Di Battista (M5S) -. Se il Venezuela non avesse la prima riserva di petrolio al mondo oggi nessuno si interesserebbe ai diritti del suo popolo. Ci vuole coraggio a mantenere una posizione neutrale in questo momento, lo so. L’Italia non è abituata a farlo. Ci siamo sempre accodati in modo vile agli “esportatori di democrazia”. L’abbiamo fatto in Iraq, in Afghanistan, in Libia. Oggi i pavidi di allora piangono lacrime di coccodrillo come fa Junker rispetto alla Grecia. Se avessimo mantenuto una posizione neutrale nel 2011 la Libia non sarebbe diventata l’inferno che è oggi. Il mondo è spaccato in due. Da una parte Russia e Cina sostengono Maduro. Dall’altra Trump ha dichiarato che l’intervento militare è un’opzione. Poi c’è l’Unione Europea incapace di comprendere che la linea del dialogo tra governo e opposizioni suggerita da Messico e Uruguay andrebbe sostenuta nell’interesse dell’Europa stessa oltre che del popolo venezuelano. L’Europa dovrebbe smetterla una volta per tutte di obbedire agli ordini statunitensi. Il mondo va avanti. Il mondo cambia. Nascono nuove opportunità, nuovi mercati. L’India, tra pochi anni, supererà la Cina per numero di abitanti. E l’India ha espresso una posizione neutrale di fronte alla crisi venezuelana. Suggerisco coraggio e lungimiranza e soprattutto una difesa sostanziale dell’art.11 della nostra Costituzione. Perché le guerre vanno ripudiate il giorno prima che scoppino, farlo il giorno dopo è troppo facile”.
Nel frattempo, Juan Guaidò su Twitter ha ringraziato uno per uno i leader europei che lo hanno riconosciuto presidente del Venezuela.