L’Associazione Down di Pordenone organizza un ciclo di tre incontri, aperti a tutti, dal titolo “Psicologia positiva: percorsi di benessere per i genitori”. I tre momenti si terranno il 3, il 10 e il 17 aprile alle 20.30 nella sede dell’Associazione in Via Luigi Sturzo in Casa dello Studente a Pordenone (che è anche sede del sodalizio) e saranno condotti dalla dottoressa Claudia Furlan, psicologa.
“Scopo di queste tre serate – fa sapere Michela Cesarin, presidente dell’Associazione – far incontrare tra loro le famiglie e dare loro degli strumenti per acquisire consapevolezza di cosa significhi, e come si possa, essere genitori di figli con disabilità, riconoscendo, utilizzando e sviluppando al meglio le potenzialità e le risorse che la famiglia già ha. Ci teniamo a far sapere che sono aperti a tutti, perchè il tema che verrà affrontato è il miglioramento personale e tutti avremmo bisogno di capire meglio come sia possibile “far fiorire” le persone”.
Il ciclo d’incontri sarà anche l’occasione per conoscere meglio l’attività del sodalizio, attivo dal 1991 come punto di riferimento per le famiglie, operatori socio-sanitari e tutti coloro che interagiscono con persone con sindrome di Down. Dal 2013, sempre in città, si è costituita anche la Fondazione Down Friuli Venezia Giulia Onlus.
Proprio Pordenone rappresenta un esempio di welfare positivo per tutta l’Italia: infatti, con il progetto di vita indipendente denominato “Casa al Sole”, si permette dal 2001 alle persone con disabilità intellettiva di vivere in normali appartamenti in centro città, a gruppi di tre o quattro che si sono formati per affinità e amicizia. “Questo è un progetto pilota – precisa Cesarin – nato proprio a Pordenone come primo esempio in Italia. Attualmente la Fondazione Down gestisce sei appartamenti dove vivono in maniera indipendente persone con sindrome di Down o altra disabilità. Si tratta di un esempio virtuoso di interazione tra pubblico e privato, che dà dignità ed eleva la qualità di vita delle persone, nato dalla esigenza delle famiglie di accompagnare i figli che diventano adulti verso una autonomia “possibile”, distaccandosi gradualmente dai genitori per arrivare ad una loro vita indipendente”.
L’associazione è attiva con il “progetto Caterina-il tutor familiare” nel sostegno e nell’accompagnamento alle famiglie. Il 21 marzo scorso abbiamo festeggiato la Giornata Mondiale sulla Sindrome Down, in realtà oggi c’è ancora molto da fare in termini di inclusione sociale, di pieno rispetto dei diritti, di uguale accesso alle opportunità e di aiuto per le famiglie che spesso si trovano sole a dover affrontare la disabilità del proprio figlio.
Per questo motivo l’Associazione è anche impegnata in un’attività informativa su cosa sia la sindrome di Down ed organizza incontri nelle scuole per sensibilizzare i più giovani. “Ci preme spiegare come la sindrome di Down – precisa Cesarin – non sia affatto una malattia, ma bensì una condizione genetica caratterizzata dalla presenza di un cromosoma in più nelle cellule di chi ne è portatore. La conseguenza di questa alterazione cromosomica è una forma di disabilità caratterizzata da un variabile grado di ritardo nello sviluppo mentale, fisico e motorio. Ma la maggior parte delle persone con sindrome Down può raggiungere un buon livello di autonomia personale, sociale e relazionale. Le persone con sindrome di Down possono, infatti, fare molte cose e ne possono imparare molte altre. Ma perché queste possibilità diventino realtà, occorre che tutti imparino a conoscerli e ad avere fiducia nelle loro capacità”. L’Associazione e la Fondazione Down di Pordenone sono sempre alla ricerca di nuovi volontari che si offrano di dedicare del tempo a bambini e ragazzi con sindrome Down. “Anche solo accompagnarli a mangiare una pizza, al cinema o al bowling – conclude Cesarin – significa fare qualcosa per la loro inclusione, credere in loro”. Per info: www.downfvg.it