Importante risultato ottenuto in Consiglio regionale per i diritti dei pazienti oncologici e dei cittadini del territorio regionale che vedono nell’Irccs Cro di Aviano, centro di eccellenza regionale e nazionale per lo studio, la sperimentazione e la cura dei tumori, una concreta speranza di guarigione.
A firma del Consigliere regionale per Fratelli d’Italia Alessandro Basso, e a ruota sottoscritto da tutti i Consiglieri di maggioranza – primo fra tutti Ivo Moras della Lega, Presidente della III Commissione Sanità – e poi, in un secondo momento, anche da tutti i Consiglieri di Pordenone appartenenti alla minoranza in Consiglio regionale, è stato presentato e approvato dalla Giunta l’ordine del giorno che finalmente mette chiarezza sui dubbi interpretativi circa il posizionamento della macchina a protoni per la tecnica Imrt (radioterapia con intensità modulata della dose): andrà al Cro di Aviano e sosterrà lo sviluppo e il potenziamento delle strutture mediche necessarie alla realizzazione del Centro di proton-terapia, elemento aggiuntivo per fare del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano il fiore all’occhiello della sanità regionale, riferimento concreto e prezioso per tutto il Nordest.
Basso ha chiesto l’impegno della Giunta a mettere in campo tutte le azioni possibili, economiche e non, per sostenere tale progetto e renderlo operativo per il bene dei cittadini di tutto il territorio.
L’intervento in aula del Consigliere Basso ha sottolineato l’assoluta necessità di tale investimento, non solo in termini scientifici e medici, ma anche tenuto conto del destino di vita di un importantissimo centro di ricerca come il Cro di Aviano, che rappresenta, come collocamento strategico e di riferimento per le aree del Nord Est Italia e quelle confinanti della Slovenia e Croazia, e quindi per una popolazione che potrebbe superare di gran lunga la popolazione residente in Fvg, un centro leader in questo campo di studio, sperimentazione e cura per tipologia, quantità di casistica e tecnologia attualmente operativa, e un sito ideale per un investimento destinato all’implementazione clinica dei protoni in radioterapia oncologica.
Ogni anno nel mondo un numero sempre maggiore di pazienti sono affetti da tumori e la crescita per trattamenti radianti adeguati e possibilmente esenti da effetti collaterali è in notevole crescita. Stando alle sperimentazioni cliniche effettuate, lo studio e l’uso della terapia con protoni in pazienti giovani ed in particolar modo in bambini è stato particolarmente apprezzato ed accettato da sempre più oncologi.
“Questo tipo di trattamento, della durata media di circa un mese – riporta il Consigliere Basso -, riduce i disagi per il paziente e per la famiglia e può quindi essere particolarmente indicato per i pazienti seguiti al Cro di Aviano, specie se giovani, affetti da patologie oncologiche curabili ma potenzialmente a rischio di sviluppare effetti collaterali acuti e tardivi. In quest’ottica, la realizzazione e implementazione dell’Area Giovani Cro è stata frutto di un’operazione congiunta di tutto il territorio pordenonese e siamo certi nell’affermare che solo in questo reparto specializzato e scientificamente avanzato, e non altrove, troverebbe giusta collocazione e massima resa un macchinario di alto livello come quello in progetto, potendo essere utilizzato solo dal personale medico altamente qualificato che già vi opera all’interno”.
“Ecco perché mi sono preso a cuore l’impegno di far presente alla Giunta regionale l’importanza di un centro di eccellenza come il Cro di Aviano nel raggiungimento di nuovi standard di cura e lotta ai tumori e, per far ciò, l’urgenza di reperire i fondi necessari al conseguimento e potenziamento delle strutture mediche necessarie a tale fine. Come gruppo Fratelli d’Italia, riteniamo quindi che questo progetto sia espressione di qualità per la cura dei tumori e rappresenti un modello collaborativo che veda l’Irccs Cro di Aviano come capofila in un’ottica internazionale, in cui l’alta tecnologia sia patrimonio fruibile da tutti i pazienti afferenti a questa area a favore e a beneficio della popolazione dell’intera provincia di Pordenone”.