Il caso di sospetta intossicazione alimentare segnalato nell’hinterland udinese, induce il consumatore a chiedersi se quello che ha nel piatto sia veramente privo di rischi. Non può far altro che basarsi sul rapporto di fiducia che si instaura con il ristoratore.
A vegliare sulla conservazione dei prodotti alimentari ci sono le autorità competenti come i Nas e gli operatori dell’Azienda sanitaria. Come ci spiega il direttore del servizio di igiene degli alimenti e della nutrizione dell’Asui di Udine, Aldo Savoia, “qualsiasi prodotto della pesca somministrato crudo deve aver subito un processo di congelamento per almeno 24 ore a 20 gradi sotto lo zero per bloccare l’attività dell’Anisakis, il vermetto parassita che può causare dolori allo stomaco e all’addome, nausea, vomito e diarrea, sintomi spesso scambiati per quelli di una brutta gastrite o di una colite. In alcuni casi possono comportare complicazioni, come le occlusioni intestinali, che possono richiedere l’intervento chirurgico”.
Tutti i ristoratori dovrebbero conoscere le modalità di bonifica del pesce che sarà consumato crudo e di questo devono dare evidenza sulla documentazione di autocontrollo.
Anche il pollo è un prodotto molto delicato che va sempre cotto in ogni sua parte a giusta temperatura, perché ci può essere la presenza di batteri come salmonella o campylobacter. “I controlli da parte dell’azienda sanitaria sono costanti ma le limitate risorse umane – riferisce Savoia – non ci permettono di mantenere la frequenza che vorremmo”.
Sono un migliaio nell’ultimo anno i controlli effettuati nel territorio dal servizio udinese, che ha dovuto sospendere l’attività in una decina di casi.