Da un lato l’allungarsi della vita (oltre 5 anni in più entro il 2065), dall’altro l’aumento dell’età media della popolazione, per cui nel 2050 gli Over 65 saranno più di un terzo, pari a 20 milioni di persone (il 34%, di cui oltre 4 milioni con più di 85 anni). In questo scenario, l’Asp La Quiete e la Fondazione Morpurgo Hofmann Onlus hanno avviato un ambizioso progetto per tracciare insieme le nuove linee guida della cura sanitaria, dell’assistenza, della ricerca scientifica e della formazione legate alla vita degli anziani.
Si parte da basi concrete: Quiete e Fondazione hanno già approvato il progetto “Parco Servizi Diffusi – La corte nel borgo” i cui traguardi, grazie alla stretta sinergia tra le due realtà (la fondazione infatti occupa 200 dipendenti tra infermieri, fisioterapisti e operatori che lavorano in via S. Agostino), saranno immediatamente messi in pratica, testati e continuamente migliorati nell’operatività quotidiana de La Quiete.
“È un progetto che guarda al lungo periodo ma che trova già solide basi nell’immediato”, spiega il Presidente della fondazione Aurelio Ferrari. “La Quiete ci ha messo a disposizione l’immobile dove alloggiava il personale religioso che prestava la propria opera presso l’istituto di assistenza: si tratta di una casa sita alla fine di via Pracchiuso che sarà ristrutturata anche grazie al contributo riconosciuto dalla Fondazione Friuli a seguito del “Bando Restauro 2018”.
I lavori nell’ex alloggio delle suore inizieranno nel primo semestre 2019 e si concluderanno in un anno. Sarà la nuova sede della Fondazione e del Centro di ricerca per l’invecchiamento attivo (CRIA), un incubatore di progetti da cui nasceranno i nuovi modelli e le buone pratiche per le procedure dell’assistenza, per la cura, per il sostegno dei pazienti e delle famiglie. “Anche fisicamente quindi – continua Ferrari – saremo all’interno de La Quiete e all’interno del nuovo spazio della città che rinascerà al posto dell’ospedale militare: l’obiettivo non è solo migliorare i servizi, ma la qualità della vita in generale, sia dei residenti della Asp, sia dei cittadini in un ideale scambio tra bisogni e generazioni diversi”.
“Il progetto Cria trova pieno appoggio e condivisione da parte del Sindaco Fontanini e dall’amministrazione comunale – commenta l’Assessore alla Sanità Giovanni Barillari – si realizza all’interno della Asp La Quiete che rappresenta il luogo ottimale per l’integrazione socio sanitaria e dà attuazione concreta al nostro programma di promozione attiva delle salute, della prevenzione e dell’invecchiamento attivo. Per questo seguiremo con orgoglio il progetto da vicino”.
Sarà presto istituito un board scientifico formato da medici, professori e professionisti del mondo sanitario e socio-assistenziale in collaborazione con l’Università di Udine in primis e con altri istituti accademici e non. Qualche esempio dei progetti già in cantiere del CRIA? Il monitoraggio delle patologie più diffuse negli anziani (demenze, neuro-degenerative, diabete, ecc), la creazione di corsi dedicati ai care givers, non solo per assistenti professionisti ma anche per i famigliari che devono prendersi cura di un parente in casa, la creazione di nuovi percorsi di cura nelle strutture come La Quiete.
“Il valore aggiunto che la sinergia tra Fondazione Morpurgo Hofmann e La Quiete può dare rappresenta un caso unico nel panorama dell’assistenza – commenta il consigliere del cda Quiete Damiano Degrassi – siamo in grado di lavorare per proporre un cambiamento radicale nella gestione dell’assistenza partendo proprio dai bisogni primari come il timore della solitudine e dell’isolamento, il bisogno di rassicurazioni sanitarie, la volontà di indipendenza (benchè vigilata), la necessità di veder riconosciuto il proprio valore nel contesto sociale. L’obiettivo è cercare di ricreare una continuità della qualità della vita in collegamento tra casa di riposo e ambiente famigliare, al fine di evitare che il residente si senta emarginato, isolato rispetto alla vita della sua comunità di provenienza. Il progetto della “Corte nel Borgo” si propone di dar vita ad un “contenitore” nel quale realizzare esperienze del “fare memoria” che consentano al residente di condividere la propria storia con gli altri, con gli operatori e con esponenti di associazioni e istituzioni scolastiche. Si cercherà in particolare di instaurare collaborazioni con gli studenti dell’adiacente polo scolastico per dar vita a progetti di valorizzazione delle esperienze culturali degli anziani con iniziative di ambito storico, musicale, artistico, documentaristico”.
“La nuova area di via Pracchiuso ci permette di fare tutto questo anche in nuova ottica di osmosi con la città. Il fatto che La Quiete avrà un nuovo ingresso affacciato sull’area verde “ritrovata” di via Pracchiuso ha un valore simbolico: perché evoca quel concetto dello stare bene insieme, della vicinanza, del prendersi cura delle persone a cui vogliamo bene”, conclude Degrassi.