Un servizio di eccellenza dell’Azienda per l’assistenza sanitaria 5 – quello della Rete delle cure intermedie e palliative-Hospice del Friuli occidentale –, di importanza cruciale per il sollievo e la qualità della vita dei malati e dei loro familiari, è oggi seriamente a rischio. Quali azioni intende adottare la Regione per salvaguardare la Rete? Lo chiede il consigliere regionale del Patto per l’Autonomia Giampaolo Bidoli con una interrogazione rivolta al presidente della Regione Massimiliano Fedriga e all’assessore regionale alla Salute Riccardo Riccardi.
“La Rete delle cure intermedie e palliative-Hospice del Friuli occidentale fornisce interventi terapeutici, diagnostici e assistenziali per persone malate e i rispettivi nuclei familiari, provvedendo al trattamento del dolore e delle altre criticità fisiche, psicosociali e spirituali legate alle fasi terminali della malattia. Un servizio che si basa sulla collaborazione di giovani medici della Scuola di medicina generale, formati attraverso corsi e master, che, nonostante il numero esiguo (5 addetti), nel 2017 hanno provveduto a gestire quasi 300 ricoveri all’Hospice di San Vito al Tagliamento e oltre 3 mila visite domiciliari sul territorio”, spiega Bidoli.
“Le loro condizioni contrattuali, tutt’altro che soddisfacenti a causa di contratti precari e scarsamente remunerativi, stanno spingendo una parte di questi professionisti ad abbandonare la struttura, Hospice di San Vito al Tagliamento compreso, per accedere a ruoli di medici di medicina generale, maggiormente valorizzati professionalmente, con il risultato di privare di preziose competenze la Rete delle cure intermedie e palliative e mettere a rischio la qualità dei servizi ai malati e alle loro famiglie”, spiega Bidoli.
Alla luce di questa situazione, il consigliere regionale del Patto per l’Autonomia sollecita, dunque, una risposta di Fedriga e Riccardi “per sapere quali siano le azioni da loro già adottate e cosa intendano ancora fare per risolvere la problematica della Rete”.