La più nota casa automobilistica nostrana ha veicolato tramite la televisione un messaggio pubblicitario che non può lasciare perplessi, se non infastiditi, irritati. Dopo la presentazione del veicolo e l’invito a ‘rottamare’ l’automobile di cui si è in possesso, una voce femminile, disinvolta, esclama: “Rottamate anche il nonno?”. Non vi è alcun nesso logico tra la promozione dell’oggetto del desiderio e la conclusione del messaggio pubblicitario. Però, come ben sanno coloro che creano la pubblicità, non è questo che conta, bensì il fatto che il messaggio finale, proprio per la sua palese incongruenza, è ciò che verrà recepito, ricordato, e quindi il consumatore – ignaro del meccanismo comunicativo celato – lo accosterà inconsapevolmente all’oggetto proposto in vendita. Elementare Watson!
Elementare non tanto per chi è del tutto ignaro dei meta-messaggi pubblicitari, cioè per la maggior parte di noi, ma va detto che tirare in ballo i nonni, chiedendosi se anch’essi debbano essere rottamati, è sicuramente una scelta di pessimo gusto e decisamente irriguardosa nei confronti di una categoria, quella dei nonni appunto, che è colonna portante della nostra società. E’ come dire che anch’essi, come un’automobile che abbia percorso molta strada, possano divenire obsoleti, quindi il destino che li attende è toglierli di mezzo. Che idiozia!
Proviamo a immaginare una famiglia nucleare, padre, madre che lavorano entrambi e due figli ancora piccoli: se i genitori non potessero contare sull’apporto e la presenza dei nonni ai quali affidare i bambini, come potrebbero cavarsela? Sì, l’asilo nido, poi la scuola materna, quindi l’elementare, ma poi vi sono i tempi vuoti che vanno riempiti e sicuramente i nonni sanno come farlo e lo fanno volentieri, trasformando il loro apporto con i nipoti in qualcosa di prezioso che non si esaurisce certo nella semplice custodia, ma ha delle valenze altamente educative. I nonni, che hanno alle spalle un lungo percorso di vita, sono innanzitutto un deposito di conoscenze, il passato che si lega al presente e, tramite i nipoti, si proietta in avanti; hanno acquisito quel certo distacco dalle cose del quotidiano che li pone nei confronti degli eventi e dello scorrere del tempo con maggiore consapevolezza e serenità; conoscono il valore della pazienza, della condiscendenza, della tolleranza, elementi che si esperimono nella relazione con i nipoti traducendosi in un rapporto ‘morbido’, accettante. E’ demenziale accostarli, con finalità mercantili, a un’auto, un oggetto senz’anima, ipotizzando che anch’essi possano essere messi da parte. Se non ci fossero, bisognerebbe inventarli.