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Come dovrebbe essere lo studio di un tatuatore valido?
Chi si fa tatuare corre rischi?
In Friuli Venezia Giulia c’è stato un vero boom di studi di tatuatori. Abbiamo chiesto a Giuseppe Stinco, direttore della Clinica dermatologica del Santa Maria della Misericordia di Udine, indicazioni utili, per non correre rischi.
In Friuli Venezia Giulia c’è stato un vero boom di studi di tatuatori. Come può un cliente capire se si trova di fronte a un vero professionista?
“Non è assolutamente facile. Innanzitutto è opportuno documentarsi (riviste del settore, conventions, ricerca in rete, ecc.) fino a essere in grado di giudicare la qualità di un buon tatuatore. Se disponibili, sono molto utili le esperienze positive e negative riportate dalle persone che si conoscono. Una volta ricavata una lista di professionisti, non sarà male andare a vederli dal vivo sia per valutare le loro capacità artistiche che per osservare le condizioni igieniche e sanitarie in cui svolgono il proprio lavoro. Evitare i tatuatori fai da te che operano con scarsa attenzione all’igiene, in sottoscala o in locali trascurati: la scelta deve ricadere solo ed esclusivamente su professionisti del settore, riconosciuti e affermati”.
Come dovrebbe essere lo studio di un tatuatore valido?
“C’è una legge regionale del 12 aprile 2012, n. 7 che disciplina le attività di tatuaggio, di piercing e delle pratiche correlate in cui sono indicati i requisiti igienico sanitari ed organizzativi necessari per lo svolgimento di tali attività. Lo studio di un tatuatore si deve attenere a questa normativa. I locali destinati alle attività dovrebbero quindi avere un’area per l’attesa, per l’accoglimento clienti e per le pratiche amministrative, un ampio locale dedicato al tatuaggio e piercing e degli spazi accessori, come i servizi igienici e l’area di disinfezione e sterilizzazione. Le finiture degli ambienti devono consentire la massima pulizia ed una corretta disinfezione. I locali devono essereben allestiti, ordinati e dotati di tutte le attrezzature necessarie e, anche a prima vista, devono trasmettere sia una sensazione di pulizia che di privacy. In poche parole lo studio di un tatuatore ideale dovrebbe assomigliare il più possibile ad uno studio medico, in particolare per quanto riguarda le normative di sterilizzazione e pulizia. Importante valutare se il tatuatore silava le mani e indossa un paio di guanti nuovo per ciascun cliente, se usa un’attrezzatura sterile, cioè se la estrae da un pacchetto sigillato. Anche i pigmenti e i contenitori per ogni cliente devono essere nuovi”.
Chi si fa tatuare corre rischi?
“Il tatuaggio è un’espressione di arte figurativa realizzata sulla pelle che, da segno di ribellione per marinai, soldati e anticonformisti, si è trasformato negli ultimi anni in una tendenza di massa. Si stima, infatti, che 120 milioni di persone nel mondo abbiano un tatuaggio e che nel 16 % dei casi il primo venga fatto prima dei 18 anni. Il crescente diffondersi di questa moda ha diffuso la percezione che farsi tatuare la pelle sia un processo sicuro ed esente da rischi per la propria salute. Ma è questa una convinzione che corrisponde alla verità? Chi decide di tatuare la propria cute è realmente esente da rischio infettivo, dermatologico, tossicologico, genotossico e carcinogenetico?
L’ 1-5% delle persone hanno infezioni dopo un tatuaggio. Virus, batteri e miceti possono dare infezioni superficiali o sistemiche, in qualche caso anche gravi. Il rischio di infezione dipende principalmente dalle condizioni igieniche in cui il tatuaggio è fatto. L’introduzione di standard di sicurezza e di vigilanza per la salute hanno sensibilmente ridotto questo rischio, ma l’attenzione deve essere sempre mantenuta molto alta. Le complicanze cutanee da tatuaggio sono sempre possibili. Si possono verificare reazioni eczematose, granulomi, ulcere e cicatrici. In alcuni soggetti si possono avere reazioni allergiche che possono verificarsi anche dopo diversi anni. A questi effetti indesiderati bisogna aggiungere il rischio di complicanze cutanee legate alla rimozione del tatuaggio. I sondaggi indicano che quasi il 50% delle persone tatuate ad un certo punto della vita ha dei ripensamenti e quindi prende in considerazione la possibilità della rimozione. Ma eliminare i tatuaggi non è così facile! Nonostante la qualità delle più recenti tecnologie laser i risultati non sono sempre quelli desiderati e talvolta si osservano anche degli inconvenienti come cicatrici e alterazioni della pigmentazione cutanea. Inoltre ad oggi conosciamo poco della fisiologia o il destino tossicologico dei pigmenti del tatuaggio indotta dalla laser-fotolisi e quindi non siamo in grado di definire le possibili reazioni innescate nell’organismo dai prodotti di degradazione della distruzione laser dei coloranti. Gli inchiostri utilizzati nei tatuaggi oggi hanno poco in comune con quelli del passato e questo è un dato rassicurante sotto il profilo tossicologico per il loro uso. A causa però dell’elevato numero di formulazioni disponibili, tutte le valutazioni della sicurezza chimica sono incomplete e quindi non siamo in grado di stabilire i possibili danni a cui esponiamo i nostri organi depositando in modo duraturo dei pigmenti nella nostra pelle. Alcuni idrocarburi aromatici policiclici e azoici, ad azione potenzialmente genotossica, si ritrovano nella pelle del tatuato e nei linfonodi regionali addirittura molti anni dopo il tatuaggio. Nonostante i pigmenti siano sostanze inerti e risultino inadatti ad essere biologicamente disponibili, la persistenza nella cute per tutta la vita, implica la possibilità di essere inglobati nelle cellule e di reagire con i tessuti circostanti. La potenziale cancerogenicità locale e sistemica dei tatuaggi resta fortemente dibattuta. Un’ampia revisione della letteratura scientifica ha riportato un numero apparentemente basso di neoplasie cutanee correlate ai tatuaggi, per cui, finora, qualsiasi associazione deve essere considerata solo come una coincidenza. Più difficile risulta invece capire se il tatuaggio possa in qualche modo influenzare un tumore a carico di altri organi.
In conclusione, è difficile definire con precisione i rischi collegati ai tatuaggi, comunque per chi decidesse di tatuarsi è opportuno rivolgersi esclusivamente a laboratori dove vengano rispettate regole sanitarie adeguate e gli operatori siano in possesso dei requisiti previsti dalla Legge. Diffidare quindi dei tatuatori improvvisati, ma rivolgersi esclusivamente a professionisti abilitati. Questi devono avere la cura di informare dei possibili rischi e devono mettere in atto tutte le misure adatte a minimizzare i potenziali pericoli per la salute”.
Sesso ed età fanno differenza?
In conclusione, è difficile definire con precisione i rischi collegati ai tatuaggi, comunque per chi decidesse di tatuarsi è opportuno rivolgersi esclusivamente a laboratori dove vengano rispettate regole sanitarie adeguate e gli operatori siano in possesso dei requisiti previsti dalla Legge. Diffidare quindi dei tatuatori improvvisati, ma rivolgersi esclusivamente a professionisti abilitati. Questi devono avere la cura di informare dei possibili rischi e devono mettere in atto tutte le misure adatte a minimizzare i potenziali pericoli per la salute”.
Sesso ed età fanno differenza?
“Per legge per fare un tatuaggio bisogna aver compiuto 18 anni o avere il consenso scritto dei genitori. Per i giovanissimi si deve ricordare che i cambiamenti delcorpo, l’accrescimento scheletrico e la muscolatura non ancora formata completamente rendono prematuro fare un tatuaggio, perché rischia di modificarsi divenendo deforme e incoerente. Nei giovani da tenere particolarmente in conto la possibilità di una cicatrizzazione esuberante e quindi di avere un alto rischio di cicatrici ipertrofiche o cheloidee. Per le altre fasce d’età da ricordare che piercing e tatuaggi sono particolarmente pericolosi nei portatori di vizi valvolari cardiaci, negli affetti da immunodeficit o patologie croniche, nelle malattie dermatologiche, nei soggetti allergici, in chi assume antiaggreganti piastrinici, anticoagulanti, immunosoppressori, in chi fa cheloidi e nelle donne in gravidanza o in allattamento”.
Quali sono le parti del corpo che sarebbe bene non tatuare? L’ultima moda è farsi tatuare interno labbra e palato.
Quali sono le parti del corpo che sarebbe bene non tatuare? L’ultima moda è farsi tatuare interno labbra e palato.
“Effettivamente tutta la superficie cutanea è tatuabile. Certamente che alcune sedi sono sconsigliabili perché molto dolorose e altre perché molto elastiche e soggette a modificazioni sostanziali nel tempo (lassità da invecchiamento, perdita o aumento di peso…). Meglio evitare le palpebre perché un minimo errore potrebbe comportare danni all’occhio. Alle mani e piedi i tatuaggi tendono a scolorire con maggior rapidità.
Da evitare i nevi, non tanto per il rischio di determinare una degenerazione, ma perché il cambiamento di colorazione potrebbe renderne difficile il controllo nel tempo”.
Quali precauzioni dovrebbe prendere una persona dopo essersi fatta tatuare?
Da evitare i nevi, non tanto per il rischio di determinare una degenerazione, ma perché il cambiamento di colorazione potrebbe renderne difficile il controllo nel tempo”.
Quali precauzioni dovrebbe prendere una persona dopo essersi fatta tatuare?
“Dopo aver fatto un tatuaggio: Non rimuovere la benda dal tatuaggio prima di 24 ore, anche se esistono diverse opinioni su quanto tempo vada tenuto coperto. Rimuovere delicatamente la benda per evitare di strappare o danneggiare la pelle. Lavare delicatamente il tatuaggio con acqua tiepida e un sapone delicato , senza sfregare, assicurandosi di aver eliminato tutte le tracce di sangue che potrebbero formare delle croste.
Asciugare con una salvietta di morbida e pulita tamponando delicatamente. Dopo aver pulito l’area, applicare una crema antibiotica per scongiurare le infezioni e per accelerare il processo di guarigione.
Lavare il tatuaggio quotidianamente durante le prime due settimane. Mantenere la pelle idratatae applicare sulla pelle almeno 3 o 4 volte al giorno una pomata delicata. Nel periodo successivo all’esecuzione del tatuaggio, e fino alla sua completa guarigione, non bisogna esporre il tatuaggio al sole diretto o a lampade solari senza mettere la protezione totale; non si devono fare bagni in mare o in piscina e si deve evitare di effettuare sauna e bagno turco. Le docce dovranno essere rapide e non durare più di 10 minuti. Indossare abiti larghi per evitare lo sfregamento contro la pelle tatuata. Durante il periodo di guarigionela formazione delle croste è normale e utile. L’area del tatuaggio può anche diventare estremamente pruriginosa quando le croste iniziano a staccarsi. In questi casi bisogna evitare assolutamente di grattare e di rimuovere le croste. Nei primi giorni valutare che non compaiano dei segni di infezione (presenza di pus o un odore forte e pungente)”.
Il Ministero della Salute ha appena ritirato cinque pigmenti pericolosi. Uno addirittura di origine ignota. Come ci si può difendere?
Asciugare con una salvietta di morbida e pulita tamponando delicatamente. Dopo aver pulito l’area, applicare una crema antibiotica per scongiurare le infezioni e per accelerare il processo di guarigione.
Lavare il tatuaggio quotidianamente durante le prime due settimane. Mantenere la pelle idratatae applicare sulla pelle almeno 3 o 4 volte al giorno una pomata delicata. Nel periodo successivo all’esecuzione del tatuaggio, e fino alla sua completa guarigione, non bisogna esporre il tatuaggio al sole diretto o a lampade solari senza mettere la protezione totale; non si devono fare bagni in mare o in piscina e si deve evitare di effettuare sauna e bagno turco. Le docce dovranno essere rapide e non durare più di 10 minuti. Indossare abiti larghi per evitare lo sfregamento contro la pelle tatuata. Durante il periodo di guarigionela formazione delle croste è normale e utile. L’area del tatuaggio può anche diventare estremamente pruriginosa quando le croste iniziano a staccarsi. In questi casi bisogna evitare assolutamente di grattare e di rimuovere le croste. Nei primi giorni valutare che non compaiano dei segni di infezione (presenza di pus o un odore forte e pungente)”.
Il Ministero della Salute ha appena ritirato cinque pigmenti pericolosi. Uno addirittura di origine ignota. Come ci si può difendere?
“Difficile per chi si sottopone al tatuaggio riconoscere il pericolo. Prima di sottoporsi al tatuaggio leggere con attenzione il foglio informativo per poter firmare, con piena consapevolezza, il consenso informato e richiedere informazioni sulla composizione degli inchiostri che devono essere sterili, atossici e utilizzati in contenitori/capsule porta-pigmenti monouso. Il tatuatore deve acquistare i pigmenti e le attrezzature per tatuaggio rivolgendosi a fornitori che possano garantire l’origine e l’autenticità del prodotto. I prodotti contraffatti sono solitamente più convenienti, ma non offrono alcuna garanzia di qualità o di sicurezza”.
Molti tatuatori fanno anche piercing. Quali sono le zone che sarebbe meglio non farsi ‘bucare’?
Molti tatuatori fanno anche piercing. Quali sono le zone che sarebbe meglio non farsi ‘bucare’?
“Sarebbe bene evitare soprattutto i genitali maschili e femminili. La scelta delle zone erogene primarie e secondarie (capezzoli, lingua, etc.) avrebbe lo scopo di aumentare le sensazioni durante la fase di eccitazione in un approccio sessuale, ma può succedere che invece di dare più piacere, il piercing sulla lingua e/o sui genitali, possa provocare dolore cronico e divenire causa di disfunzioni sessuali”.