Angelo Meriggi, Cesare Puricelli e Giorgio Antonio Feruglio, cardiochirurghi e cardiologi, crearono con studi, strutture ed un’equipe medica di prim’ordine la macchina indispensabile per effettuare il primo trapianto di cuore a Udine.
E il 23 novembre 1985 Cesare Puricelli eseguì, a Udine, il secondo trapianto di cuore in Italia, preceduto di una settimana da Padova e seguito da Milano.
L’esempio di Meriggi continua oggi, dato che lo scorso anno a Udine sono stati eseguiti 24 trapianti di cuore, 83 in Friuli Venezia Giulia, e ben 2.248 trapianti tra cuore, appunto, pancreas, fegato e rene.
Per ricordare il chirurgo, che diede la spinta allo sviluppo dell’attività trapiantologica anche di altri organi salvavita a Udine, sabato 23, alle 11, nel piazzale che già porta il nome di Meriggi, sarà inaugurata l’insegna toponomastica sempre a lui dedicata.
Il professor Meriggi fu il fondatore della Divisione di Cardiochirurgia dell’ospedale Santa Maria della Misericordia e creò la prima sede del nuovo reparto dell’ospedale udinese, avendo avuto l’incarico per la ristrutturazione e l’organizzazione del Padiglione Forlanini. In questa prima sede, nata come provvisoria, furono eseguiti oltre 10mila interventi. Questo immane lavoro consentì, 13 anni dopo, di vedere Udine inserita nel primo piano nazionale dei centri cardiochirurgici idonei al trapianto. E così in quella sede fu eseguito il primo trapianto di cuore.
“Bisogna sottolineare – spiega Roberto Peressutti, direttore del Centro regionale trapianti – che Udine ebbe l’autorizzazione a fare il trapianto appunto perché la cardiochirurgia aveva già eseguito un consistente numero di interventi. Lo scorso anno – continua Peressutti – a Udine sono stati eseguiti 24 trapianti di cuore, 83 in tutto il Friuli Venezia Giulia e ben 2.248 trapianti tra cuore, appunto, pancreas, fegato e rene. Questo è da una parte una responsabilità, ma dall’altra un motivo di orgoglio, per ché questi numeri possono sembrare piccoli, ma bisogna considerarli in rapporto al numero di abitanti della regione”.
La nota dolente che il direttore sottolinea è, però, la necessità di avere donatori.
“Bisogna ringraziare l’eccellente lavoro della nostra Terapia Intensiva, ma anche quello delle Associazioni di donatori organi che vanno a fornire le corrette informazioni anche nelle scuole. E’ fondamentale, infatti, il ruolo di tutti i media, perché purtroppo, se una persona legge informazioni sbagliate, magari sul web, possono nascere pregiudizi che generano opposizioni. Bisogna sempre considerare – conclude Peressutti – che una cosa è fare una scelta consapevole con calma e in anticipo, un’altra è dover prendere una decisione, se non era stata già ponderata prima, per una perdita improvvisa, in 24 o 48 ore, che è il tempo necessario per accertare la morte e procedere al trapianto. La scelta cambia, ma deve restare sempre libera”.