I più deboli
E’ successo che i bambini non vaccinati non siano stati accolti a nei nidi o nelle scuole dell’infanzia, anche se c’è tempo fino al 10 marzo 2018 per mettersi in regola. I genitori non avranno rispettato la scadenza del 10 settembre, per presentare l’autocertificazione con almeno la promessa di mettersi in regola, avendo già preso appuntamento all’Asl di riferimento. La legge va rispettata, ma ci vuole buon senso. E’ successo anche che bambini non vaccinati perché immunodepressi siano stati separati dagli altri compagni, anche se vaccinati. Un gesto che non ha giustificazione, che non compromette la salute dei bimbi ‘in regola’, ma discrimina i bambini già in difficoltà. Una legge nata anche per difendere i più deboli si è ritorta proprio contro di loro.
Rispetto
L’avvocato stabilito Giorgia Tripoli è venuta a conoscenza anche di casi di bambini immunodepressi, quindi, non vaccinati, che non sono stati invitati alle feste di compleanno dei compagni. Anche in questi casi si tratta d’ignoranza. “Più grave il caso – spiega Tripoli – di soggetti che hanno subito trapianto di midollo, che devono stare lontani dai bambini recentemente vaccinati. Il vaccino Priorix tetra – morbillo, parotite, rosolia e varicella – è contagioso per sei settimane dal momento del vaccino. Non è prevista per ora nessuna quarantena per questi soggetti, i quali andranno a scuola con i loro compagni immunodepressi, perché hanno subito un trapianto, appunto, pur essendo contagiosi”. Eppure i genitori di questi bambini più fragili sono i primi a non voler mettere a rischio la loro salute, portandoli in posti affollati, dai centri commerciali ai cinema. Senza pensare alla scuola.
Privacy
Al momento non esiste un’anagrafe dei vaccini. Il fatto che le scuole trasmettano gli elenchi degli iscritti alle aziende sanitarie consente alle Asl di ‘spuntare’ i nomi e le posizioni. E’ possibile, quindi, verificare le singole posizioni vaccinali degli alunni e avviare le procedure previste dalla legge, tra cui la convocazione delle famiglie, o pianificare le attività necessarie a mettere a disposizione dei genitori la documentazione richiesta. Se le Asl si fossero dovute procurare da sole tutte le informazioni i tempi sarebbero stati biblici. Ma non c’è rispetto della privacy. Per questo, per proteggere bambini adottati e i figli generati da procreazioni assistite, o i figli immunodepressi, che alcuni genitori non vogliono comunicare alle scuole la posizione vaccinale, i ‘perché’ e i ‘per come’.
Rischio
“Non è detto che un genitore – spiega l’avvocato stabilito Giorgia Tripoli – che non ha presentato l’autocertificazione al nido o alla scuola dell’infanzia, o non abbia chiesto un appuntamento all’Asl per mettere in regola il proprio figlio nei tempi stabiliti sia contrario ai vaccini in senso assoluto”. Non ci sono soltanto genitori no vax accaniti.
“Le motivazioni – spiega l’abogado – che spingono un genitore a non vaccinare il proprio figlio possono essere anche di altra natura: la paura che possano verificarsi problemi dopo il vaccino, non soltanto gravi e invalidanti, ma anche semplici febbri; la paura che un bimbo piccolo, che ancora non ha mangiato l’uovo, si senta male dopo un vaccino che contiene questo alimento, di cui non si può sapere ancora se è allergico; la paura che si verifichino tutte le controindicazioni che si leggono sui foglietti informativi dei vaccini”.
Immunità
Essere vaccinato non significa essere immunizzato. L’avvocato stabilito Giorgia Tripoli racconta, mostrando le carte, il caso di un ragazzo che è stato totalmente vaccinato, richiami compresi, ma che, dopo avere fatto i test anticorpali, non è risultato altrettanto totalmente immunizzato. Non si può parlare quindi nemmeno di immunità di gregge, ossia forma di protezione indiretta che si verifica quando la vaccinazione di una parte significativa di una popolazione finisce con il fornire una tutela anche agli individui che non hanno sviluppato direttamente l’immunità, ossia non sono stati vaccinati. Chi dice, a questo punto, che questi individui vaccinati sono davvero immunizzati? D’altra parte, ci sono scienziati che affermano che i test anticorpali non sono sempre affidabili.
Pro e contro
Ci sono genitori che vaccinano i proprio figli ‘a scatola chiusa’, ossia senza sapere cosa è loro iniettato, ma anche senza sapere per cosa sono vaccinati, semplicemente perché è previsto nel calendario vaccinale, o perché lo dice il pediatra. Ci sono, d’altra parte, genitori che chiedono consiglio non soltanto all’amico e al pediatra, ma anche ad altri medici, per confrontare i loro pareri. E poi decidono. Può succedere che vaccinino i figli e che questi stiano male, può succedere che decidano di non vaccinarli e che i piccoli stiano male lo stesso. Che si abbia più paura o maggior propensione al rischio, lo sbaglio può essere inevitabile.