Un Don Giovanni androgino è al centro della rielaborazione contemporanea del mito settecentesco dello spettacolo che l’Orchestra di Piazza Vittorio porterà al Teatro Verdi di Gorizia giovedì 14 marzo alle 20.45, nell’ambito del cartellone di Musica e Balletto. Il Don Giovanni secondo l’Orchestra di Piazza Vittorio si affida alla voce femminile di Petra Magoni, indimenticabile Regina della notte del Flauto magico mozartiano nella prima produzione dell’Orchestra.
Da questa idea si svilupperà la drammaturgia musicale, il filo con cui tessere una variante contemporanea del mito settecentesco. Una visione “altra” del protagonista che apre a una diversa lettura dei rapporti tra i personaggi. Mercoledì 13 alle 18 nel ridotto “Francesco Macedonio” si terrà un incontro introduttivo e di approfondimento allo spettacolo: interverrà Rita De Luca della Società Dante Alighieri. I biglietti per la stagione artistica del Verdi sono in vendita online sul circuito Vivaticket e nel botteghino del Teatro Verdi, in corso Italia, aperto da lunedì a venerdì dalle 17 alle 19 e sabato dalle 10.30 alle 12.30 (tel. 0481/383602).
Firmano la regia Andrea Renzi e Mario Tronco, mentre le elaborazioni musicali sono affidate a Leandro Piccioni, Pino Pecorelli e allo stesso Mario Tronco. Tra arie, duetti e pezzi d’insieme, i personaggi dell’opera percorrono fino in fondo le loro storie, rese vive e attuali ai nostri occhi dai travestimenti linguistici e musicali, portando l’opera, con mano leggera, ad abbattere ogni confine fra i diversi generi. Nel cast anche Mama Marjas, cantante reggae molto applaudita nel ruolo di protagonista della precedente Carmen, insieme a Hersi Matmuja, Evandro Dos Reis, Omar Lopez Valle, Houcine Ataa e, alla prima collaborazione con l’Orchestra, Simona Boo, dal 2015 vocalist dello storico gruppo napoletano dei 99 Posse.
La corrispondenza tra l’approccio ludico che l’Orchestra ha con la musica classica, uno stile che porta oltre l’idea tradizionale di generi musicali, e questa ipotesi di lavoro è un’indicazione che pone l’accento su come il divertito abbattimento di ogni confine di genere e l’espansione dei limiti dell’eros possano creare nuova possibilità di indagine del dramma giocoso di Mozart, a partire dall’intuizione profonda dell’identità tra la natura della musica e il flusso vitale. Don Giovanni, come un redivivo Cab Calloway in un immaginario Cotton Club, in un’ambientazione dal gusto anni ’20 ma anche fortemente contemporaneo, dirige la sua orchestra e il suo destino in una pulsione di libertà e perdizione. Un luogo carico di energia, luce e vita dove i musicisti, posti su appositi piani sfalsati in altezza, che delimitano uno spazio a sviluppo circolare tagliato da una parete di pannelli specchianti, si muovono protagonisti nelle loro fughe musicali ed esistenziali.
Musicisti che provengono da dieci paesi e parlano nove lingue diverse e che insieme trasformano le loro variegate radici e culture in una lingua singola, la musica. Questa è l’Orchestra di Piazza Vittorio: partendo dalla musica tradizionale di ogni paese, mischiandola e intingendola con rock, pop, reggae, e classica, si arriva a una sonorità unica. Tra musicisti che partono e altri che arrivano, cambia il suono dell’orchestra senza mai tradire la vocazione iniziale a sfide nuove e orizzonti aperti al mondo intero. Una fusione di culture e tradizioni, memorie, sonorità antiche e nuove, strumenti sconosciuti, melodie universali, voci dal mondo.