In occasione del Giorno della Memoria (27 gennaio), Sony Masterworks pubblicherà in tutto il mondo la colonna sonora originale composta, orchestrata e diretta da Remo Anzovino per il celebrato docufilm con la partecipazione straordinaria di Toni Servillo, prodotto da 3D Produzioni e Nexo Digital. Il docu-film sarà in onda su Canale 5 il 29 gennaio in seconda serata (h 23.10) dopo il clamoroso successo di critica e pubblico ottenuto al cinema.
Una musica che ha colpito come le immagini che ha accompagnato, tanto da convincere il pubblico di tutto il mondo e oggi finalmente disponibile per il puro ascolto.
Remo Anzovino la racconta così:
Nel suono della storia
“La pittura non è fatta per decorare gli appartamenti, ma è uno strumento di guerra offensiva e difensiva contro il nemico”.
Questa frase di Pablo Picasso chiude il film ed è stata per me la chiave per comporre questa partitura: volevo che la musica non si limitasse a decorare le immagini, così potenti da sole, ma suggerisse altro, in modo forte e autonomo, e avesse una vita oltre lo schermo.
Ho cercato di capire cosa fosse per il regime nazista non solo l’arte – oggetto della narrazione – ma anche la musica “degenerata”, del tutto estranea al film. Quello era il vero spazio musicale.
Tra gli artisti più odiati dal regime c’era Dmitrj Šostakovič, uno dei miei compositori prediletti, di cui amo in particolare i quartetti per archi. Ho cercato quindi di ottenere un suono orchestrale ben teso come tesa è la storia che il film rivela: rumori (“All mine”, dove sotto le viole ho posto omoritmicamente un trapano che buca un muro), un violino totalmente scordato e trattato elettronicamente (“Strangling”, per una delle scene più agghiaccianti del film), il moog nel raddoppio di celli e bassi (“All mine”).
E poi un coro di voci bianche nel tema principale (“The innocents”), una nemesi sonora, la metafora della voce degli artisti e delle persone mortificate e eliminate, anche fisicamente, che volevo inchiodasse con la sua purezza gli autori del male assoluto.
L’arte “degenerata” in realtà era moneta di scambio e spesso è costata la vita a chi la collezionava, di fronte alla folle cupidigia di possesso di Hitler e Goering e all’ossessiva competizione tra loro a chi la depredasse di più.
E infine l’orchestra in “Macabre waltz” (che alle atmosfere del grandi saloni delle feste unisce una melodia che gronda morte), “Hitler’s will” (ambientata nel bunker dove Hitler ed Eva Braun si tolgono la vita subito dopo essersi uniti in matrimonio), “Miniera” (luogo dove i nazisti nascondevano le opere depredate con un mio personale omaggio al cromatismo wagneriano), “All mine” (una marcia storta in 5/8 per evidenziare la follia della stessa gestualità nazista nelle immagini delle parate militari).
Ed infine il tema d’amore: “Artists live forever”. Quando le opere riemergono grazie a vere e proprie battaglie legali durate decenni e combattute dagli eredi, ecco davanti a noi tutta la bellezza dei capolavori dell’arte. Gli artisti sono eterni perché vivono attraverso le loro opere, schiacciando il male con tutta la loro potenza.