Il professore della musica italiana in concerto a Gorizia. Il capoluogo isontino ospiterà a fine mese due giornate dedicate non solo alla musica ma anche alla cultura. Si tratta, difatti, della sinergia messa in rete dal comune di Gorizia, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia e dall’associazione culturale Assoeventi per ospitare il cantautore Roberto Vecchioni. Il 27 marzo il concerto ospitato al teatro Verdi di Gorizia mentre il giorno precedente, il 26, aperto agli istituti scolastici non solo goriziani ma anche dell’intera provincia, si terrà una Lectio Magistralis a cura dello stesso Vecchioni. Terzo appuntamento del suo tour ‘L’infinito’, a Gorizia Vecchioni unirà per la prima volta la Lectio ad un suo concerto.
Roberto Vecchioni è indiscutibilmente uno dei più importanti, influenti e innovativi cantautori italiani, sempre alla ricerca di nuovi stimoli e orizzonti e autore di indimenticabili brani conosciuti anche all’estero. Un grande personaggio che ha fatto della cultura il suo habitat e del rapporto con i giovani la sua missione di vita. L’Associazione culturale Assoeventi di Gorizia, con la proposta di questo concerto, accolta entusiasticamente dalle più importanti Istituzioni Culturali del territorio, intende continuare a valorizzare l’esperienza il patrimonio culturale dei grandi artisti del cantautorato italiano. “L’infinito”, uscito a cinque anni di distanza dal lavoro precedente di Vecchioni, è un album da vivere come fosse un racconto. Contiene tra gli altri brani l’eccezionale duetto dell’artista con Francesco Guccini nel singolo “Ti insegnerò a volare”, ispirato al grande Alex Zanardi. Due padri della canzone d’autore si rivolgono cosi alle nuove generazioni, in un periodo in cui tutto si dissolve nella precarietà culturale, invitandole a sfidare l’impossibile. La storia del campione è la metafora della “passione per la vita che è più forte del destino”. “Questo brano — racconta Vecchioni — Si specchia direttamente in quella che è stata chiamata fa “canzone d’autore” e che non c’è, non esiste più dagli anni ’70. In realtà l’intero progetto, che sarà presentato sul palco del Verdi, è immerso in quell’atmosfera perché là è nato e successo tutto. Là tutto è stato come doveva essere, cioè immaginato, scritto e cantato alla luce della cultura, semplice ed elementare oppure sottile e sofisticata, ma comunque cultura”. Ogni singolo brano dell’album è parte integrante della narrazione che tiene insieme ritratti diversi, da Alex Zanardi a Giulio Regeni, dalla guerrigliera curda Ayse a Leopardi, che l’autore accomuna nell’amore per la vita e nella necessità di trovare Infinito al di qua della siepe, dentro noi stessi.