Ritiene servano misure più incisive per quanto concerne i confini o pensa a strade alternative per limitare questi traffici?
“Le tecnologie sono sempre una risorsa. Con la cooperazione giudiziaria e di forze di polizie non solo europee, ma internazionali, si deve intervenire alla fonte, sbloccando i traffici. Più che sul versante repressivo – afferma Morra – si deve intervenire sul quello preventivo. Combattere per esempio anche il traffico del lavoro nero e tutte le forme di sfruttamento del lavoro, ci permetterà di capire se e quanti sodalizi ci siano dietro l’immigrazione clandestina organizzata attraverso traffico di esseri umani. Una vera e propria tratta di schiavi con la complicità di tanti soggetti anche nelle pubbliche amministrazioni. Più che di confini, io vorrei che si parlasse quindi di applicazione delle leggi. Il traffico di esseri umani serve a qualcuno, serve al caporalato e al bisogno di manodopera a basso costo. Questo non lo possiamo permettere. Davanti a problemi complessi il primo elemento da estirpare è la paura, che non permette una visione d’insieme del problema stesso. Bisogna avere quindi il coraggio della verità, della realtà dei problemi soprattutto nel contrasto alle mafie, ma anche l’intraprendenza e la capacità di essere un passo avanti e non farsi sempre cogliere impreparati dalle emergenze”.
Colpire duro i mercanti di uomini
Nicola Morra: "Il traffico di esseri umani serve a qualcuno, serve al caporalato e al bisogno di manodopera a basso costo. Questo non lo possiamo permettere"
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