Muove il primo, importante passo il progetto di finanziamento della ricerca sulle patologie asbesto correlate voluto dal Comune di Monfalcone, che può contare su uno stanziamento iniziale di 300mila euro, derivante dall’indennità riconosciuta da Fincantieri al Comune di Monfalcone nell’ambito dell’accordo di transazione (140.000 euro) e da un apposito fondo previsto nell’ultimo bilancio. Tutti fondi, è stato specificato, che andranno nella pura ricerca, dal momento che l’accordo prevede l’utilizzo di dipartimenti già esistenti e quindi non necessità di sovrastrutture.
Oggi il sindaco di Monfalcone, Silvia Altran, e il rettore dell’Università di Trieste, Maurizio Fermeglia, hanno firmato il Protocollo d’intesa con l’Università degli Studi di Trieste, già approvato dal Senato accademico e dalla giunta comunale, che di fatto dà il via alla collaborazione tra i due enti per finanziare progetti di ricerca sulle nuove cure contro le malattie dovute all’amianto grazie alla creazione di un Centro Interdipartimentale di Ateneo in cui far confluire tutte le attività previste dal protocollo.
«Oggi compiamo il primo passo per essere di aiuto ai malati creando una struttura di ricerca che prima non esisteva, a parte alcuni tentativi che però non hanno avuto riscontro pratico – spiega il sindaco di Monfalcone, Silvia Altran – .Accanto a questa azione, ce ne saranno altre: nuovi incontri della ”task force” con i soggetti territoriali, la partecipazione alla Conferenza nazionale a Roma, gli incontri nell’ambito dell’Anci, senza dimenticare poi il Crua».
«L’università moderna ha la testa alta a guardare avanti e i piedi in terra – ha esordito il rettore Fermeglia – .La nostra parola chiave è la multidisciplinarietà: la questione amianto è molto complessa, e quindi interessa varie discipline. Per questo c’è bisogno di un approccio multidisciplinare che noi possiamo garantire».
Il documento, che ha validità cinque anni, impegna i due enti a promuovere la ricerca epidemiologica e clinica sulla prevenzione, diagnosi e terapia delle patologie amianto correlate, e la ricerca di base e preclinica sui meccanismi molecolari della tossicità delle fibre di amianto e di altri particolari. Impegna inoltre a promuovere la ricerca traslazionale (ovvero i trasferimenti immediati delle conoscenze dalla scienza di base a quella biomedica) sul tema dell’amianto, secondo logiche di rete e sulla base di strategie e indirizzi internazionali, nazionale e regionali, nonché a promuovere attività di ricerca finalizzate alla valutazione dell’impatto ambientale dei manufatti contenenti amianto.
Infine, si prevede anche l’avvio di iniziative per la raccolta di fondi e finanziamenti anche da soggetti pubblici e privati, il supporto a iniziative di divulgazione e sensibilizzazione, e la collaborazione dell’Ateneo con enti pubblici nazionali e internazionali.
Punto fermo è poi quello del reperimento di ulteriori risorse, sia a livello nazionale («E’ ora che lo Stato impegni fondi in questo tema finora ignorato» spiega il sindaco) che internazionale («Ci stiamo già attivando anche a livello di fondi europei»). Non solo: il sindaco Altran ha già riscontrato l’interesse di molti soggetti locali a contribuire al fondo.
Le modalità attuative dell’accordo saranno specificate in un accordo di programma in via di elaborazione, che vedrà appunto la creazione del Centro Interdipartimentale di Ateneo. Il primo obiettivo sarà l’analisi delle statistiche sui dati disponibili, partendo dalle ricerche già eseguite.