L’impresa è titanica, per non dire un atto di fede: trasformare l’ex cotonificio Cantoni in una scuola ultramoderna. Per rendersene conto con i proprio occhi, basta andare in via del Makò a Cordenons. Una mega complesso – edificato nel 1865 e attivo fino al 1989 , quando chiuse mandando a casa un migliaio di dipendenti – nel più totale abbandono. Gli amanti dell’architettura industriale lo ritengono un gioiello. Ma per rivederlo brillare servirebbe un camion di milioni.
Il piano pensato quando è stata costituita la società di trasformazione urbana Stu Makò nel 2006 era quello di nuovo polo scolastico per il Friuli Occidentale con tutta una serie di servizi. Oggi, di quel progetto, restano solo i soci che si scannano: Provincia di Pordenone, Comune di Cordenons, Atap, Ater e una società privata, la Inghirami. Il Comune di Pordenone, appena ha potuto, ha venduto le sue irrisorie quote. La Stu Makò ha chiuso tre bilanci di fila in rosso – sotto di 2.066.273 euro (2010), 66.275 (2011) e 107.628 (2012) -, non genera utili ma solo spese per Cda, fiscalisti, avvocati e tasse ed è esposta con le banche. In più, il capitale – la struttura messa sul mercato- è sceso da 8 a 5,7 milioni di euro. Tanto che la Corte dei Conti ha richiamato i soci: o si ricapitalizza o si chiude. Sulla questione, la politica si è spaccata: chi vuole tenere viva a speranza, chi liquidare la società.
Eppure, c’è una parte del cotonificio che sta per rivivere. Si tratta della palazzina di via Lozzetta (nella foto), all’angolo con via Sclavons, un tempo residenza di parte dei dipendenti. Era di proprietà della società privata Inghirami, socio in Stu Makò, ma non rientrava nei beni della Spa. Disabitata da tre anni – con l’eccezione di qualche abusivo – è stata appena acquistata da Area Immobiliare, società che opera in tutto il Nordest. La conferma arriva da uno dei soci, Cristiano Altoè: “Abbiamo acquisito la palazzina dalla società milanese. Ora comprende 16 unità abitative, ma il nostro progetto è quello di portarle a 8, tutte in classe A, mantenendo l’attuale struttura dell’edificio, senza aumentare la cubatura, ma apportando delle migliorie. Una scelta, forse, in controtendenza, ma che vuole puntare sulla qualità e ridare vita a un edificio posto su una via principale, con tutti i servizi a due passi. Anche la porzione di giardino sarà sistemata”. I tempi? “Presenteremo a breve i progetti in Comune per le relative autorizzazioni e, nel giro di un mese, spero possano partire i primi lavori”. Se il cotonificio è destinato all’oblio, almeno una sua costola è pronta a splendere di nuovo.