A una settimana di distanza dal suo ricovero nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Udine, Francesco Mazzega torna in carcere. Il 36enne originario di Muzzana è stato trasferito questa mattina in via Spalato. Nei giorni scorsi, il Gip del Tribunale di Udine, Andrea Odoardo Comez, aveva convalidato il fermo dell’uomo, che nella notte del 31 luglio ha ucciso la fidanzata, Nadia Orlando, per poi vagare tutta la notte in auto con il cadavere della ragazza al suo fianco.
Mazzega aveva poi deciso di consegnarsi alla Polizia stradale di Palmanova nella mattinata del 1 agosto, fornendo, in una confessione fiume, la sua versione dei fatti.
Dopo essersi a lungo confidato con gli agenti, ricostruendo la sua notte di follia, Mazzega si era quindi chiuso nel silenzio e le sue condizioni cliniche avevano spinto a un suo ricovero precauzionale, per il suo stato di shock e per aver manifestato intenti autolesionisti.
Gli inquirenti, nel frattempo, stanno continuando a sondare tutte le piste, perché sia fatta piena luce sulla tragedia di Nadia. E le prove scientifiche stanno già in parte confutando la versione fornita da Mazzega.
L’autopsia eseguita sul corpo di Nadia dal medico legale Carlo Moreschi, alla presenza dei periti di parte, infatti, ha messo in luce una morte per asfissia e non per strangolamento. Mazzega aveva raccontato di averla strozzata in auto, in un raptus durante una lite per gelosia. Ma l’esame autoptico smentisce questa versione. Gli agenti, coordinati dal vicequestore aggiunto Massimiliano Ortolan, si stanno concentrando su un cuscino, trovato e sequestrato a bordo della Toyota Yaris del 36enne, che potrebbe essere l’arma del delitto.