Guardare in faccia il bullismo, da dentro, con gli occhi dei ragazzi. Per dirgli quanto faccia schifo. E mentre le cronache rimandano in modo ormai costante casi da ogni parte d’Italia, arriva nelle sale cinematografiche un film che specchia gli studenti in loro stessi e nei loro drammi.
Così lontani, così vicini del regista novarese – ma pordenonese d’adozione – Alessandro Varisco è questo e molto di più. In anteprima nazionale venerdì 2 marzo al Capitol Event Hall di Pordenone alle 20, il film, anticipato da un corto, è stato realizzato nella provincia di Pordenone, in particolare nel centro storico del capoluogo e all’Isis Sacile-Brugnera, oltre ad altre location venete e friulane con una prima parte girata a Ischia.
Il Friuli occidentale fa da sfondo alla vicenda ispirata da fatti reali accaduti in Italia
“Il progetto – spiega il regista – è nato nel 2017 grazie alla collaborazione con l’associazione Panorama e l’Istituto ‘Carniello’ di Brugnera. Sono stati coinvolti i ragazzi delle scuole come attori, anche se non avevano alcuna esperienza di recitazione, sotto la guida di Cinzia Clemente e Giulio Greco, due attori importanti. L’idea è quella di raccontare storie vere, prendendo uno saccato della loro vita”.
Il film, girato da marzo a dicembre dello scorso anno, è stato realizzato grazie al contributo di donazioni per un budget totale di 30.000 euro ed è stato sovvenzionato dalla Regione Friuli Venezia Giulia attraverso un bando di promozione delle attività cinematografiche. Pordenone fa da sfondo a vicende reali, alcune tragiche, accadute in Italia. “La città in cui vivono i cinque personaggi ha un’importanza fondamentale – racconta Varisco -. Mescola vecchio e nuovo, un centro storico bellissimo, la periferia dei capannoni e numerose scuole superiori moderne, con un campo di basket e larghi corridoi sul modello dei licei americani. Andrea, Camilla, Aurora, Luca e Anthony hanno molte cose in comune: hanno 19 anni e sono all’ultimo anno di scuola superiore di un Istituto superiore di un paesino in provincia di Pordenone. E tutti e cinque, anche se per motivi differenti finiscono col venire isolati dagli altri coetanei, spesso vittime di bullismo. La forza di quel sodalizio aiuterà i protagonisti a vincere le paure e le difficoltà che la società moderna offre. Fondamentale sarà il rapporto con due professori, che aiuteranno i ragazzi ad aprirsi e a credere di più in se stessi”.
Alcuni studenti coinvolti nelle riprese hanno confessato di aver subito episodi di bullismo
I ragazzi come hanno vissuto questa finzione che poi è realtà? “Alcuni di loro, durante il casting, sono venuti a dirmi che avevano subito atti di bullismo. E questo li ha facilitati nel calarsi nella parte, ma li ha anche fatti rivivere alcune vessazioni, ragion per cui abbiamo dovuto, a volte, interrompere le riprese tanta era la loro emozione”, svela Varisco.
Prima di effettuare le riprese c’è stato anche un attento studio sul fenomeno. “Siamo partiti da un’indagine fatta dall’Associazione nazionale Bullismo – sottolinea il regista – e i casi nell’ultimo decennio sono aumentati in maniera esponenziale. Per questo ci siano sentiti in dovere di andare in aiuto a quei giovani che vivono questi atti di bullismo e ne soffrono. Il finale vuole essere un messaggio positivo”.
Pordenone smaschera i bulli con un film
Uno spaccato crudo della realtà, con un messaggio positivo
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