Due coppie di fidanzati, un duplice omicidio, una città, Pordenone, che attende la soluzione del caso. Da una parte una coppia di innamorati, Teresa Costanza e Trifone Ragone, freddati nel parcheggio del Palasport pordenonese la sera del 17 marzo scorso. Dall’altra, il binomio Giosuè Ruotolo–Rosaria Patrone (nella foto), legati dall’amore e, da qualche tempo, dall’accusa di essere i possibili assassini.
Prima si è aggravata la posizione di Ruotolo, inizialmente sentito dalla Procura di Pordenone come persona informata sui fatti e quindi indagato. Poi, lo stesso iter è stato riservato alla sua compagna Rosaria, accusata addirittura di istigazione al delitto e favoreggiamento. Sono davvero loro le menti e gli esecutori di quel terribile duplice omicidio?
Gli investigatori non lasciano nulla al caso: perquisizioni, acquisizioni di materiali, chat, messaggi, telefonate passati al setaccio, così come computer e profili sui social network. E così, come all’inizio è stata rivoltata e resa pubblica la vita delle due vittime (dalla vita notturna ai problemi economici), adesso tocca a quella dei presunti colpevoli. Da chat, Whatsapp e profili Facebook, in alcuni casi cancellati, emerge un quadro che farebbe pensare a una gelosia esagerata da parte di Rosaria (verso Teresa, Ragone o entrambi?), il che starebbe alla base del gesto compito da Giosuè. Ipotesi, che mettono così sul piatto un movente, che poggiano su qualche indizio che via via si fa più sostanzioso.
Intanto, si attendono le prossime mosse degli inquirenti, mentre gli investigatori sono a caccia dell’indizio chiave, che per ora manca. Allo stato attuale, insomma, è bene parlare soltanto di sospetti. E, per adesso, non sono sufficienti a inchiodare i due. Anche se le prossime perizie, i cui risultati sono attesi a breve, potrebbero rivelare qualcosa di inaspettato.