I media tradizionali e quelli definiti “new” hanno una nota dolente in comune: le bufale. Che le si chiami fake news o post-verità cambia poco, quello che serve al lettore è capire cosa sono e come si combattono: per questo il giornale universitario Sconfinare ha organizzato venerdì 12 maggio una giornata dal titolo “(Dis)Informazione, come sopravvivere nell’era delle fake news”. Chiamando esperti del settore, presso l’Aula Magna del polo universitario di Gorizia in via Alviano, si sono così confrontati il direttore de L’Espresso, Tommaso Cerno; il direttore di The Post Internazionale, Giulio Gambino; e lo storico della scienza nonché membro del Cicap Comitato Italiano per il Controllo sulle Affermazioni sul Paranormale (CICAP), Marco Ciardi.
“Il mestiere del giornalista non richiede solo l’abilità del saper scrivere bene” è stata la prima precisazione di Giulio Gambino, che ha sottolineato anche come nell’era dei nuovi metodi di comunicazione la ricerca del ‘clic-bating’, cioè l’invogliare con qualsiasi mezzo il lettore a cliccare su una determinata notizia, porti inevitabilmente alla creazione di inutile allarmismo.
“La gente sta meglio quando legge le fake news” è stata la versione del numero uno dell’Epsresso, Tommaso Cerno, “perché può riversare tutta la propria frustrazione sul ‘sistema’, trovando la scusa giusta”. Ma il recente fenomeno ha posto dei seri problemi, secondo l’ex direttore del Messaggero Veneto, sia per i lettori, su cosa vogliono leggere, mentre per i giornalisti sul continuo controllo della verità.
Tanti i giovani presenti in sala, segnale che comunque il desiderio di ricevere notizie vere è tanto, soprattutto dalle nuove generazioni, quotidianamente bombardate di informazioni di Social Network. Gli appuntamenti sono poi continuati nel pomeriggio con numerosi laboratori aperti sia a studenti che a semplici appassionati.