Sulla vicenda dei sette giovani friulani, tutti maggiorenni, che hanno festeggiato il compleanno di uno di loro riservando un tavolo al Kursaal di Lignano a nome ‘Centro Stupri’, indaga la Digos di Udine.
Un secondo episodio è finito nell’indagine, una serata trascorsa nel ristorante del padre di uno degli indagati, cui fanno riferimento le foto condivise dal gruppo sui social in cui tutti e sette indossano una t-shirt con su scritto ‘Centro Stupri’.
Al vaglio della Polizia Postale di Udine anche i botta e risposta pubblicati sui social e alcune frasi agghiaccianti che hanno condiviso (“La parola negro è molto raffinata e ricorda bei tempi”; “Riapriamo i lager?”; “La parte divertente è proprio lo stupro, vuoi mettere quanto è divertente”).
La Digos di Udine indaga anche sulla posizione del titolare della discoteca di Lignano, dove i ragazzi si sono ritrovati e sono stati immortalati con il cartoncino della prenotazione a nome ‘Centro Stupri’. Il titolare del locale, tramite l’avvocato Vincenzo Cinque, fa sapere di ritenersi “parte lesa” e di stare “valutando di chiedere i danni”. Prima, però, bisognerà accertare chi ha scritto il nome ‘Centro Stupri’ sul cartoncino della prenotazione: un dipendente della discoteca o gli stessi ragazzi per farsi video e selfie da postare sui social?
Le foto con indosso le magliette ‘Cento Stupri’ e oggetti bondage dei giovani friulani sono, invece, state realizzate altrove, non in discoteca e nemmeno all’esterno della stessa, ma come detto all’esterno del ristorante del padre di uno degli indagati.
Altro elemento su cui si dovrà far luce è anche chi abbia stampato le magliette con su scritto il nome nel quale la comitiva si riconosce, ‘Centro stupri‘.