39 persone fisiche e tre persone giuridiche risultano indagate nel terzo filone investigativo sulla gestione del Cie-Cara di Gradisca affidata al Consorzio Connecting People, per la quale è attualmente in corso un processo al Tribunale di Gorizia. Tra loro figurano anche i due ex Prefetti isontini, Maria Augusta Marrosu, che aveva ricoperto l’incarico dal 2008 al 2013, e Vittorio Zappalorto, subentrato nel ruolo fino alla sua assegnazione a Venezia, e i loro vice, Gloria Allegretto e Antonio Spoldi. Nei giorni scorsi la notifica della chiusura delle indagini preliminari da parte della Procura di Gorizia.
Questo nuovo filone fa riferimento alla gestione del Centro di identificazione ed espulsione e del Centro di accoglienza per richiedenti asilo di Gradisca tra il 2011 e il luglio 2015. Ai rappresentanti dello stato sono contestati il concorso esterno in associazione a delinquere finalizzata, attraverso un’omessa vigilanza, alla turbativa d’asta, truffa aggravata e falsi, ma anche il falso ideologico commesso da pubblico ufficiale, la frode nelle forniture, la truffa e l’omessa denuncia.
Chiamato in causa anche il Consorzio Connecting People, già imputato nell’ambito del processo riunificato in corso a Gorizia. Per il pm Bossi, la gara di aggiudicazione, dal valore di 16,8 milioni di euro, sarebbe stata pilotata dalla Commissione giudicatrice, che l’avrebbe assegnata alla onlus di Trapani in maniera fraudolenta. Ma anche la fine del rapporto con Connecting People sarebbe al centro delle indagini, per la somma di 4 milioni versata per rescindere il contratto.
Si attende dunque di capire come proseguirà il procedimento, per il quale non è esclusa anche l’archiviazione.
Dal Municipio di Gradisca, invece, l’amministrazione non commenta i fatti, ribadendo come il Comune non abbia voce in capitolo sulla gestione della struttura. L’amministrazione, tra l’altro, si è più volte espressa contro la presenza del Cara sul territorio, dando invece il proprio parere favorevole all’accoglienza diffusa.