In seguito alle istanze presentate dal Comune di Monfalcone, e diffuse dalla stampa locale, in merito alla revisione dell’AIA della centrale termoelettrica, A2A Energiefuture fa alcune precisazioni.
“È opportuno innanzitutto ricordare l’attività svolta e l’attenta gestione ambientale messa in campo sin da quando la centrale è entrata nel perimetro del Gruppo A2A, nel luglio del 2009 – si legge in una nota dell’azienda -. A2A ha investito negli anni diverse decine di milioni di euro per dotare la centrale delle migliori tecnologie disponibili sul mercato (BAT) e garantire livelli emissivi tra i più bassi d’Europa, tra gli impianti alimentati a carbone.
Non è quindi corretto affermare che la centrale è “vetusta’’ come riportato negli articoli. L’impianto, inoltre, è periodicamente sottoposto a cicli di manutenzione ordinaria e straordinaria che ne garantiscono il regolare esercizio. Le emissioni sono monitorate in continuo e costantemente controllate da ARPA FVG. Tutti i valori registrati sono sempre stati molto inferiori ai limiti di legge”.
“Vari studi scientifici – prosegue la nota di A2A -, condotti sia da enti pubblici sia da istituti privati, hanno confermato che la qualità dell’aria del basso isontino è buona nel complesso e che l’apporto della centrale è trascurabile. Nessuno studio scientifico ha mai documentato una correlazione tra le emissioni della centrale e presunte incidenze sulla salute della popolazione”.
Diversi gli studi che A2A cita: “Lo studio “apporto sorgenti” condotto dalla società Arianet in cui è emerso che “in termini di concentrazioni al suolo degli inquinanti, i contributi imputabili alla centrale A2A sono tra i minimi in assoluto”; lo studio ARPA FVG sulla qualità dell’aria relativo al 2014: dal confronto dei dati tra centrale accesa e centrale spenta, è emerso “il buono stato di qualità dell’aria del monfalconese e l’ininfluenza della centrale”; “L’analisi conoscitiva e l’indagine delle emissioni ed immissioni nel territorio del monfalconese” condotta dal CNR in cui è emerso che “Il contributo delle emissioni direttamente imputabili all’impianto ha un’influenza molto ridotta sulle concentrazioni tipiche della zona ed è difficilmente distinguibile dal fondo”; le costanti verifiche e le relazioni di ARPA FVG sulla qualità dell’aria: nell’ultima campagna, relativa al 2017, si conclude che “la qualità dell’aria sul Monfalconese nel corso del 2017 è stata nel complesso buona e rispettosa dei limiti di legge per quanto riguarda tutti gli inquinanti normati ad eccezione dell’ozono in riferimento all’obiettivo a lungo termine”. Ozono che non è correlato alla centrale. “Dal punto di vista dei microinquinanti (metalli e idrocarburi policiclici aromatici) a Monfalcone non sono state rilevate particolari criticità, anche se la zona di Panzano ha mostrato, rispetto agli altri quartieri, concentrazioni maggiori di metalli, quali il manganese e lo zinco, ascrivibili alle attività di lavorazione dei metalli”, si evince quindi l’estraneità dell’attività della centrale”.
“A2A, con largo anticipo sui contenuti della SEN (Strategia energetica nazionale) in tema di decarbonizzazione, già nel 2016 aveva dichiarato l’abbandono del carbone nel 2025 nei propri processi produttivi, includendo anche la Centrale di Monfalcone, continuando a garantire gli investimenti orientati all’efficienza e al miglioramento ambientale, come ad esempio la bonifica e l’eliminazione del parco serbatoi olio combustibile; orientamento confermato dai vertici del Gruppo anche all’Amministrazione Regionale del Presidente Fedriga, poco dopo il suo insediamento. La conduzione di studi sulle prospettive dell’impianto di Monfalcone è un preciso impegno di A2A – conclude la nota dell’azienda -, al fine di individuare opzioni condivise con il territorio, economicamente sostenibili e orientate al mantenimento dei livelli occupazionali”.