C’è un altro fermo per l’accoltellamento in Scala dei Giganti, a Trieste, dove sabato sera era stato ferito in modo grave un 17enne di Cervignano, colpito da più fendenti al petto e all’addome. Le indagini, infatti, hanno acceso i riflettori sul ruolo del 18enne kosovaro che, in un primo momento, aveva detto di aver solo assistito all’aggressione, compiuta materialmente dall’amico, un 15enne nordafricano.
Il fermo è stato disposto dalla Procura di Trieste ieri pomeriggio a carico del giovane, con numerosi precedenti di polizia per reati contro la persona, contro il patrimonio e resistenza a pubblico ufficiale.
Diversamente da quanto dichiarato dal 18enne e dall’amico, il kosovaro sarebbe intervenuto attivamente nella rissa. Dopo l’accoltellamento i due si erano allontanati dalla zona ma, mentre il nordafricano aveva fatto perdere le proprie tracce, il 18enne si era cambiato gli abiti imbrattati di sangue, per poi fare ritorno in piazza Goldoni, dove era stato fermato e identificato.
Gli agenti ritengono che il kosovaro abbia spinto l’amico minorenne ad addossarsi la responsabilità dell’accoltellamento in ragione dei vantaggi giudiziari di cui quest’ultimo avrebbe potuto godere.
La settimana precedente si era verificato un episodio analogo; due giovani, transitando lungo la Scalinata, si sono visti all’improvviso piombare addosso il minore nordafricano assieme a un altro giovane straniero, che, sotto la minaccia di un coltello, gli aveva intimato di non passare più di lì. Il fatto non era stato denunciato per timore di eventuali ritorsioni.
I due indagati fanno parte di un gruppo più ampio di giovani, kosovari e nord africani, soliti frequentare Scala dei Giganti, diventato il ‘loro’ territorio; alcuni sono riconoscibili per un tatuaggio sul collo raffigurante un kalashnikov e il numero 5.07, che simboleggia la data del 5 luglio 1990, ossia il giorno in cui la Repubblica del Kosovo dichiarò la sua indipendenza dalla Serbia.
Il pm ha emesso a carico del 18enne il decreto di fermo di indiziato di delitto; il giovane, quindi, è stato portato in carcere. Il gip del Tribunale per i Minori ha convalidato il fermo a carico del nord africano e applicato la misura della custodia cautelare.