“L’associazione Amici Della Terra del Friuli Venezia Giulia cerca giustizia per la cinquantina di animali morti dal 17 agosto in poi all’Oasi dei Quadris di Fagagna, una carneficina di esseri innocenti che hanno avuto il solo torto di trovarsi lì”, così la presidente dell’associazione, Gabriella Giaquinta, spiega di aver depositato un esposto alla Procura della Repubblica, ai vertici della Regione, al Ministro dell’Ambiente, al Servizio prevenzione, sicurezza alimentare e sanità pubblica veterinaria e alla Comunità Collinare del Friuli.
“Saputo del cambio di gestione, ci siamo recati più volte all’Oasi, rilevando la presenza di molti animali, alcuni con conservata libertà di volare in giro, altri sempre stanziali, ma comunque tutti dipendenti dalla struttura per il loro sostentamento: vitto, alloggio e beveraggi. In definitiva, abbiamo potuto constatare che tutti avevano acquisito abitudini di domesticità e, come tali, soggetti anche alle normative che tutelano questa categoria”.
“Il 5 agosto, i volontari di Amici dell’Oasi, che, fino ad allora, avevano provveduto agli animali, sono stati estromessi con tutte le loro attrezzature, per decisione dell’Amministrazione che non ha ritenuto di rinnovare la convenzione stipulata nel 2016”, prosegue la nota di Amici Della Terra. “Decisione assolutamente legittima, quella dell’Amministrazione, anche se, per noi, non condivisibile per le modalità con le quali è stato effettuato il cambio di gestione. Purtroppo alcune attrezzature, indispensabili per la movimentazione dell’acqua di alcuni laghetti, ai quali manca il ricambio naturale, non sono state sostituite dopo l’uscita dei volontari e, il 17 agosto, si sono verificati i primi ritrovamenti di animali morti. Inizialmente si era pensato a predazioni, ma ben presto il responso è stato lo sviluppo della tossina botulinica, che causa paralisi negli animali e morte, dopo giorni di agonia e sofferenza”.
“Il personale impiegato – prosegue nella sua denuncia l’associazione – probabilmente si è rivelato insufficiente, impreparato e inesperto sulla gestione di un così grande numero di animali. La siccità ha fatto il resto. I volontari, almeno alcuni, sono stati, poi, riammessi per tamponare le falle. Ma il danno era fatto. Dopo l’inizio della moria di animali, il gruppo degli Amici dell’Oasi si è prodigato per tamponare le falle e salvare il maggior numero di animali. Il Sindaco ha rivolto loro ringraziamenti ma, da inizio ottobre, non ritiene più di consentire loro l’ingresso alla struttura. Si ripeterà quanto già successo in precedenza?”.
“Abbiamo voluto segnalare la necessità dell’intervento delle Pubbliche Autorità per la pronta risoluzione della vicenda. Per il futuro, alla luce di quanto accaduto, ci auguriamo che tutti gli animali ancora presenti siano trasferiti in altri luoghi sicuri e l’Oasi diventi, opportunamente arredata, un luogo di rifugio e di sosta per gli uccelli migratori e un osservatorio dal quale poter ammirare i migranti solo in determinati periodi dell’anno”, conclude la presidente Giaquinta.