È stato Andrea Carnaghi dell'Università di Trieste a illustrare i risultati della ricerca durante il convegno a Udine (nella foto) sul Bullismo Omofobico organizzato dalla Regione per la Giornata Internazionale contro l'Omofobia. La ricerca è frutto di una convenzione firmata dalla stessa Regione, Università di Trieste, Ufficio Scolastico Regionale e Arcigay/Arcilesbica e si inserisce in un progetto più ampio di interventi di contrasto e prevenzione al bullismo omofobico nelle scuole.
Il campione coinvolto nella ricerca, 2.138 studenti delle scuole superiori del Friuli Venezia Giulia, è il più grande mai coinvolto in Italia su questo tema e avrà rilevanza sul piano nazionale.
L'impatto di questi dati, che fotografano una realtà allarmante, non può lasciare indifferenti: 43,4% dei partecipanti dichiara di aver assistito ad atti di bullismo omofobico nei confronti di un ragazzo gay o ritenuto tale, mentre una percentuale più bassa, pari al 33,4% dei partecipanti, dichiara di avere assistito ad atti di bullismo omofobico nei confronti di una ragazza lesbica o ritenuta tale.
Le persone che riportano di essere state vittime di aggressioni omofobe di tipo verbale sono il 26,8% del campione, mentre il 3,5% dei partecipanti dichiarano di essere state vittime di aggressioni comportamentali. I ragazzi riportano di esser stati vittime di aggressione verbale di tipo omofobico più di quanto facciano le ragazze.
Infine, la percezione che i partecipanti hanno delle reazioni degli insegnanti a comportamenti di bullismo omofobico è cruciale nella riduzione della frequenza di tali comportamenti. In particolare, più i partecipanti percepiscono gli insegnanti come agenti che non ignorano gli atti di bullismo omofobico, meno frequenti risultano gli atti di bullismo.