“Continua il sequenziamento costante della Regione al fine di monitorare l’andamento epidemiologico, dal quale emerge che nei campioni analizzati il 1 giugno sono quattro i gruppi di varianti riscontrati in Friuli Venezia Giulia“. A darne comunicazione è il vicegovernatore della Regione con delega alla Salute Riccardo Riccardi.
“Il sequenziamento – spiega Riccardi – fa parte di un monitoraggio periodico delle varianti circolanti in Regione condotto dal laboratorio di Virologia dell’UCO Igiene e Sanità Pubblica di AsuGi in collaborazione con il laboratorio di Genomica ed epigenomica dell’Area di ricerca. L’indagine è stata condotta su 28 campioni mirati, prendendo in considerazione materiale che presentava caratteristiche particolari da un punto di vista epidemiologico, clinico o laboratoristico. In particolare si è trattato di campioni che, in real time PCR, non presentavano il drop down per il gene S, ovvero la variante inglese”.
“Dallo studio – prosegue il vicegovernatore – si evince che tra le VOC (Variant of Concern) ritroviamo quella “indiana” e si presenta anche la “sudafricana“; tra le VOI (Variant Of Interest) compare, anche a Trieste, la B.1.621 “colombiana” e, tra le VUM (Variant Under Monitoring), la B.1.1.318, la cosiddetta ‘variante sotto investigazione’ a Pordenone”.
Questi, nello specifico, il numero di casi riscontrati per ogni singola variante sui 28 campioni analizzati: 13 casi di B.1.1.7 Alpha (Inglese), 1 di B.1.351 Beta (Sudafricana), 1 di B.1.167.2 Delta (indiana), 1 di B.1.621 (colombiana), 3 di B.1.1.318 e infine 9 casi che rientrano in altre varianti non appartenenti a quelle di interesse per la sanità pubblica.
“Tutti i casi – conclude Riccardi – sono in carico ai Dipartimenti di competenza. Tre sono i campioni prelevati a persone ricoverate nei nosocomi triestini”.