Giallo a Pordenone. Nel tardo pomeriggio di ieri, martedì, i cadaveri di due persone sono stati scoperti all’interno di un’utilitaria bianca parcheggiata davanti al Palasport di Pordenone. Si tratta di Trifone Ragone (nella foto), 28 anni classe 1986, originario di Monopoli in Puglia e sottufficiale dell’Esercito in servizio al 132° Reggimento Carri di Cordenons, che fa parte della Brigata Corazzata Ariete, e della compagna Teresa Costanza, 30 anni, originaria di Agrigento, laureatasi alla Bocconi nel 2010 in Marketing Management e dipendente delle Assicurazioni Generali. I due vivevano da un paio d’anni a Pordenone.
Trifone Ragone era noto negli ambienti della pesistica, anche per una discreta attività agonitica. Ragone nel 2013 era riuscito a piazzarsi al terzo posto del concorso di “Mister Friuli Venezia Giulia” e aveva vinto il titolo di Mister Lignano. Successivamente ha continuato a lavorare occasionalmente nel settore, facendo animatore in diverse discoteche del Nord Italia.
Ritrovati fuori dalla palestra
Ieri Ragone era andato ad allenarsi in palestra. Non molto tempo dopo essere uscito, intorno alle 20, è stato trovato morto nel’auto, una Suzuki Alto. Al suo fianco c’era la compagna priva di vita. Ad accorgersi della presenza dei due corpi è stato un istruttore di judo che, uscito a sua volta pochi attimi prima dalla palazzetto, ha visto l’utilitaria con il finestrino rotto. I due giovani erano in una pozza di sangue. Avevano evidenti ferite d’arma da fuoco alla testa.
Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco, la cui caserma è a pochi metri di distanza. Avendo constatato il decesso hanno atteso l’intervento dei Carabineiri e dei soccorritori del 118. Sul posto anche il medico legale della Procura di Pordenone e gli uomini della Scientifica per i rilievi del caso.
Omicidio-suicidio o delitto?
Sulla vicenda c’è ancora il massimo riserbo. Le voci iniziali erano quelle di omicidio-suicidio, ma proprio i rilievi della Scientifica hanno minato questa pista. Non si esclude che i due possano esere stati freddati da una terza persona. Maggiori chiarimenti potranno arrivare dagli altri accertamenti, dall’autopsia e dalle telecamere di videosorveglianza, pubbliche e private, presenti nella zona dell’omicidio.
A colpire i due sono stati quattro colpi di pistola calibro 7,65: tre contro la donna e uno contro l’uomo. Questo aveva fatto pensare in un primo momento a un omicidio-suicidio. Ma il mancato ritrovamento dell’arma ha ribaltato ogni ipotesi della prima ora.