Non si hanno ancora notizie del giovane friulano, Giulio Regeni, scomparso dal Cairo il 25 gennaio scorso. Dall’Egitto tutto tace e il riserbo sulle indagini e sull’attuale situazione è totale. I genitori di Giulio sono al Cairo, chiusi in assoluto silenzio, e nulla trapela. Il sindaco di Fiumicello, Ennio Scridel, conferma che “purtroppo non ci sono novità”.
L’ultimo avvistamento del 27enne risale alla sera del 25 gennaio, intorno alle 20, giornata molto importante per la storia recente dell’Egitto, anniversario della rivoluzione contro Hosni Mubarak che diede avvio alla Primavera araba. L’Ambasciata italiana in Egitto, con una comunicazione ufficiale, aveva messo in guardia i connazionali presenti nel Paese delle piramidi, invitandoli a prestare attenzione, evitando assembramenti e limitando gli spostamenti, in particolare nelle zone desertiche e lungo le strade non asfaltate, ma anche in prossimità di stazioni e fermate dei bus.
Le tracce si perdono alla fermata della metro
Giulio, quella sera – dalle poche notizie certe che sono trapelate – era atteso a casa di amici per una festa di compleanno. Festa a cui non è mai arrivato. Il giovane friulano avrebbe preso la metropolitana, la linea 2, diretto dalla stazione di Bohooth a Bab Al Louq. Se Giulio abbia realmente preso il treno o se su quel mezzo non ci sia mai salito, è ancora un mistero.
Alta tensione
“La situazione di tensione che interessa il Paese continua a registrare un clima di instabilità e turbolenza, che spesso sfocia in rischi per la sicurezza e in azioni ostili anche di stampo terroristico – spiega l’ambasciata del Cairo in una nota ufficiale -. Situazione di cui ogni connazionale che si rechi in Egitto, anche nelle aree turistiche, deve essere pienamente consapevole. In particolare, in occasione dell’anniversario della rivoluzione, il 25 gennaio e i giorni successivi, sono possibili tensioni e manifestazioni nel Paese. Si raccomanda di limitare gli spostamenti e di evitare gli assembramenti, la massima prudenza nei luoghi pubblici come le stazioni ferroviarie e dei bus, la metropolitana, i mercati, nonché nelle vicinanze di edifici governativi, stazioni di polizia, installazioni militari, musei e nei tratti stradali che collegano gli aeroporti alle località turistiche”.
Rischio rapine e furti
“Alla luce degli ultimi eventi – continua la nota – si regista una certa tensione anche al Cairo, ad Alessandria, nelle altre principali città del Delta e del Canale di Suez, sia a causa di scontri fra forze di sicurezza e dimostranti, sia per un sensibile incremento di attacchi terroristici che hanno riguardato principalmente obiettivi istituzionali, militari e forze di sicurezza. In tutto il Paese, anche in ragione del brusco deterioramento della situazione economica generale, si osserva inoltre un aumento di casi di micro-criminalità quali borseggi, rapine (anche a mano armata, anche a danno di cittadini stranieri), furti d’auto. Si tratta di un fenomeno relativamente nuovo in Egitto e che suggerisce di mantenere una adeguata soglia di attenzione”.
Indagano i servizi segreti
Ed è proprio in un luogo pubblico che si sono perse le tracce di Giulio Regeni, che forse non pensava di poter correre alcun pericolo, cercando di raggiungere Bab Al Louq. Giulio, questi gli unici dati certi, non risulta tra gli arrestati dopo i tumulti contro il regime di al-Sisi del 25 gennaio, né tra i feriti ricoverati negli ospedali della capitale egizia.
Il Governo egiziano sta attivamente collaborando alle ricerche, con il contributo anche dei servizi di sicurezza nazionale, che si occupano di terrorismo, anche se non vi è certezza sul legame effettivo tra la sua scomparsa e azioni terroristiche compiute in loco.
Due attentati in pochi giorni
Oggi, 2 febbraio, termina il periodo critico indicato dall’ambasciata italiana in Egitto, legato all’anniversario della deposizione dell’ex presidente Hosni Mubarak. Di Giulio, però, non c’è ancora traccia e la preoccupazione, dopo otto giorni di silenzio, continua a salire. E in Egitto, anche dopo gli attentati del mese scorso a Giza e al resort Bella Vista di Hurgada, l’insicurezza e la preoccupazione sono palpabili.