Poteva sfociare in tragedia quanto accaduto ieri nel Pordenonese. Per cause in corso di accertamento, un carro armato dell’Esercito, mentre era impiegato in un’esercitazione di tiro in notturna sul torrente Cellina, in un’area ben delineata e riservata alle Forze Armate, ha colpito un allevamento di polli a Vivaro, facendo strage di galline e danneggiando parte del tetto dello stabile.
La scoperta è stata fatta questa mattina dal proprietario. Immediata la denuncia ai Carabinieri di Spilimbergo. La Procura di Pordenone ha aperto un’inchiesta e sul caso indagano i militari dell’Arma.
Uno dei quattro carri armati della Brigata Pozzuolo del Friuli ha sbagliato mira, centrando l’allevamento. La Procura ha disposto il sequestro dei carri armati impegnati nell’esercitazione, alla quale hanno partecipato il Genova Cavalleria e i Lagunari di Venezia.
L’errore poteva provocare una vera e propria tragedia, poiché il blindo centauro ha sparato in direzione del centro abitato, anziché nell’area del poligono. L’assenza di fiamme non ha attirato l’attenzione dei militari che, quindi, non si sarebbero accorti dell’errore e di quanto accaduto.
“Oltre all’inchiesta aperta dalla Procura di Pordenone, è stata prontamente avviata un’indagine interna per conoscere con esattezza la dinamica dei fatti e garantire la massima collaborazione e trasparenza agli organi inquirenti”, fa sapere in una nota il Comando Brigata di Cavalleria Pozzuolo del Friuli.
“Grande preoccupazione per un fatto che non ha nessuna giustificazione” esprime, in una nota, il capogruppo del Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo. “E se in quell’allevamento ci fossero stati dei lavoratori? Avrebbero potuto rimetterci la vita, oltre agli animali, fatto in sé già grave, degli esseri umani. Rabbrividiamo al solo pensiero – continua Moretuzzo -. Chiediamo che venga fatta piena luce su quanto avvenuto e che la Regione si attivi immediatamente con le autorità militari per capire le ragioni di quanto accaduto e soprattutto per evitare che in futuro si ripetano situazioni simili”.
“Il Friuli Venezia Giulia – continua Moretuzzo – è stato troppo a lungo la regione italiana con il più alto numero di servitù militari e l’impatto del cosiddetto “confine orientale” sulla nostra terra è stato molto pesante da molteplici punti di vista. Ci sembra incomprensibile che ancora oggi parti del nostro territorio debbano subire le conseguenze negative delle attività militari”.
“Soltanto pochi mesi fa, in un momento di profonda crisi economica dovuta alla pandemia, nella zona del Monte Bivera è stato impedito l’accesso ai turisti per diverse settimane a causa dello svolgimento di esercitazioni militari”, ricorda il capogruppo del Patto per l’Autonomia, che con il collega Giampaolo Bidoli aveva insistito affinché la Giunta regionale impostasse un ragionamento con il Ministero della Difesa per sospendere tutte le attività militari nei pressi di località turistiche e siti di interesse naturalistico in Friuli-Venezia Giulia. “Crediamo che il clamoroso incidente di Vivaro dimostri che è decisamente tempo di cambiare rotta”.
“L’incidente avvenuto a Vivaro, che avrebbe potuto aver conseguenze ben diverse e ben più gravi, è oggetto dell’interesse della Magistratura cui spetta verificare le dinamiche e accertare eventuali responsabilità. Ma il fatto in sé riporta all’attenzione il problema più complesso delle servitù militari che hanno contrassegnato questo territorio nel tempo e che comprende in sé il destino di molte caserme abbandonate a se stesse. Il Friuli Venezia Giulia detiene il primato delle une e degli altri e non è rinviabile un intervento normativo che vada incontro alle esigenze dei tanti comuni interessati, alleviando il fardello delle servitù e permettendo l’alienazione delle caserme dismesse stanziando risorse che permettano alle amministrazioni comunali di recupere gli spazi da anni inutilizzati”. Così i parlamentari di Forza Italia Franco Dal Mas e Sandra Savino, annunciando il deposito di due interrogazioni al Senato e alla Camera.
“Sinistra Italiana Pordenone – si legge in una nota – chiede l’immediato stop delle attività militari nel poligono del Cellina-Meduna e nella zona protetta dei Magredi. Proiettili radioattivi al Torio, aviolanci su zone protette nelle praterie dei Magredi e ora anche il bombardamento di un allevamento che poteva concludersi in una carneficina: è ora di fermare le operazioni militari. Se non si fosse sfiorata la tragedia ci sarebbe da ridere: il bombardamento di un allevamento di galline e il bersagliamento in zona centro abitato ha messo a rischio l’incolumità dei cittadini di Vivaro e dei paesi limitrofi. È solo la ciliegina sulla torta di anni di pericoli per l’uomo e per l’ambiente”.
“È tempo di voltare pagina e vietare ogni esercitazione militare italiana e Nato nell’area. E’ anche tempo di uscire definitivamente dall’epoca delle servitù militari nella nostra regione. I cittadini vanno difesi e le aree protette dall’Unione Europea vanno rispettate”, conclude Sinistra Italiana.