“È in corso un dialogo serrato con il Viminale al fine di evitare che a Gradisca rimangano contemporaneamente operative le strutture del Cpr e del Cara. Ho ripetuto ai vertici del Ministero dell’Interno le preoccupazioni e pressanti richieste delle istituzioni locali e della popolazione, cui non può essere imposto un simile peso”. Lo rende noto la deputata Debora Serracchiani (Pd), dopo che il prefetto di Gorizia Massimo Marchesiello ha dato l’annuncio ufficiale che da lunedì 16 dicembre diventerà operativo, sia pur con numeri ridotti, il nuovo Centro permanente per i rimpatri (Cpr) di Gradisca d’Isonzo.
“In queste ore e anche nei prossimi giorni – aggiunge Serracchiani – continueremo con grande determinazione a chiedere che venga rispettato l’impegno politico preso dal ministro Minniti, il quale aveva assicurato che le due strutture, Cpr e Cara, non sarebbero state mantenute entrambe attive a Gradisca”.
Nel frattempo, l’assemblea No Cpr – No Frontiere promuove un presidio per il 17 dicembre dalle 8.30. “In sordina, senza grandi annunci, alla fine apre il Centro di Permanenza per il Rimpatrio di Gradisca d’Isonzo”, spiegano dall’assemblea. “E’ questo l’obbiettivo perseguito senza ripensamenti da ben tre diversi Ministri dell’Interno (Minniti, Salvini e Lamorgese), di colori politici formalmente diversi, ma uniti nel praticare una politica migratoria all’insegna della chiusura delle frontiere di fronte a un’umanità dolente in cerca di una vita migliore”.
“Questa “nuova” struttura sembra ricalcare la storia del CPT-CIE che già fu attivo dal 2006 al 2013 anche in quel caso deciso e mantenuto in funzione nonostante il susseguirsi di governi di centro-sinistra e di centro-destra. Oggi come allora le amministrazioni locali si dicono contrarie, senza però agire conseguentemente in nessun modo. Oggi come allora sugli enti gestori della struttura ricadono pesanti ombre e una parte del tessuto imprenditoriale locale è pronto a spartirsi i sub-appalti, di fatto lucrando sulla pelle di chi verrà detenuto nel CPR. Ma oggi come allora c’è chi non vuole accettare una galera etnica a pochi passi di distanza: gli antirazzisti e le antirazziste di questa regione si mobiliteranno permanentemente per portare solidarietà a chi sarà rinchiuso nel CPR”, concludono dall’assemblea.