Nelle scorse settimane, i militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Gorizia hanno eseguito un sequestro preventivo di oltre mezzo milione di euro, emesso dal gip del Tribunale ordinario di Gorizia, nei confronti di un imprenditore padovano residente a Grad, coinvolto in passato nella nota inchiesta giornalistica “Panama Papers”, resosi responsabile, secondo gli inquirenti, del reato di dichiarazione infedele.
Le indagini condotte dai finanzieri isontini, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Gorizia, sono scattate a settembre 2019 dopo un’ispezione tributaria. Gli approfondimenti investigativi effettuati anche mediante accertamenti bancari e richieste di cooperazione internazionale hanno permesso di ricostruire le prove dell’evasione fiscale.
L’imprenditore, infatti, fin dai primi anni ’90, attraverso diversi trust che consentivano di nascondere la titolarità degli interessi economici, è stato unico socio e amministratore di due società situate in due paradisi fiscali, le Isole Vergini Britanniche e il Baliato del Guernsey.
Grazie a una di queste, l’imprenditore ha operato nel settore immobiliare, nello specifico nella locazione di immobili nel Regno Unito, fino al 2013. Avvalendosi dello scudo fiscale, negli anni 2009 e 2010, aveva potuto sanare la sua posizione con il fisco, facendo emergere le disponibilità detenute all’estero e pagando l’imposta straordinaria, che consentiva di evitate sanzioni per gli illeciti commessi negli anni precedenti.
Ma, dagli approfondimenti delle Fiamme Gialle è emerso che al fisco era stata nascosta l’esistenza di una società nelle Isole Vergini Britanniche, nonché di ulteriori disponibilità ancora presenti all’estero. Inoltre, nel 2013, durante la procedura di liquidazione della società immobiliare off-shore, sono stati assegnati all’imprenditore beni nel Regno Unito; in quel momento, quindi, si sono realizzati i frutti dell’investimento a suo tempo effettuati, dal momento che negli anni il valore degli immobili era più che triplicato.
Aattribuzione che ha costituito un reddito di capitale, il capital gain, che non è stato indicato nella dichiarazione dei redditi. Da qui, constatato il superamento delle soglie penali, è scattata la denuncia all’Autorità giudiziaria di Gorizia per il reato di dichiarazione infedele.
Gli elementi raccolti nell’ambito delle ulteriori indagini sono stati favorevolmente valutati dal gip, che ha emesso il decreto di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca anche per equivalente, del profitto del reato pari all’importo dell’imposta evasa, corrispondente a oltre mezzo milione di euro.
Di conseguenza i militari hanno sequestrato somme di denaro (anche sterline) sui conti correnti personali dell’indagato, quote societarie di due aziende e un’imbarcazione da diporto di circa 13 metri.
L’attività d’indagine s’inserisce nella più ampia missione istituzionale di polizia economica e finanziaria della Guardia di Finanza ed è stata resa possibile dalla cooperazione internazionale di polizia, dagli autonomi sviluppi d’intelligence, dal controllo economico del territorio e dalle analisi di rischio, con l’obiettivo di condurre in modo sempre più mirato la lotta contro i grandi evasori transnazionali e i responsabili di frodi fiscali.