Anche Pordenone si appresta a commemorare la giornata della giustizia civile, in agenda il 25 ottobre in tutta Europa. La camera degli avvocati civilisti del circondario aderisce infatti all’iniziativa promossa dall’Unione nazionale di categoria: 60 ragazzi degli istituti superiori della provincia si recheranno in visita al Tribunale cittadino per toccare con mano come funziona il sistema giudiziario italiano. Ad accogliere la comitiva di studenti ci saranno il presidente della camera civile, Donatella Manzon, quello del tribunale Gaetano Appierto e la rappresentante dell’ordine forense, Rosanna Rovere. A loro fianco la dirigente amministrativa Daniela Ciancio, il giudice di pace Alessio D’Andrea, il responsabile degli ufficiali giudiziari Dario Mascia e alcuni esponenti dei tirocinanti attualmente operativi a Pordenone.
“Si tratterà di un’occasione di confronto e di riflessione sul ruolo della giustizia e sulla funzione del processo civile – ha ricordato sul punto la Manzon -. Non dimentichiamo che un procedimento di questo genere ha un impatto sociale notevole. La stessa ampiezza di competenze rende l’ambito civile estremamente delicato. Si va infatti dai risarcimenti alle questioni di famiglia passando per successioni, società e tutela della proprietà. Un sistema variegato che muta ogni giorno e che anche di recente è stato oggetto di revisione da parte del legislatore”.
Prima della conferenza stampa i ragazzi entreranno in alcune aule d’udienza per assistere ad una giornata tipo di giudici e legali. Poi seguirà la visita alle cancellerie e qui i più curiosi potranno porre domande direttamente ai magistrati e ai dipendenti. Il giudice Appierto, che al momento è delegato facente funzione in attesa dell’arrivo in città del neonominato presidente Lanfranco Tenaglia, offrirà ai presenti uno scorcio di quanto è stato fatto nel 2016. Da parte loro gli avvocati si stanno muovendo nella direzione di una giurisdizione alternativa, con mediazioni e negoziazioni assistite che evitano il ricorso al Tribunale e riducono tempi e costi per la risoluzione dei conflitti. Le statistiche parlano di una rete giudiziaria che affronta con un’ottima tempistica le cause in entrata e che negli anni ha praticamente azzerato l’arretrato. Ma ci sono sicuramente anche delle ombre, legate alla carenza di personale amministrativo dopo pensionamenti e mancate assunzioni.