E’ una Festa della Liberazione diversa per il Fvg questa che si celebra oggi in tutta Italia. A Trieste, il 25 aprile 2019 verrà ricordato come un giorno in cui hanno prevalso divisioni e polemiche, dopo la scelta di celebrare il ricordo della Liberazione in due momenti diversi, alla Risiera di San Sabba. Scelta dell’Anpi triestina che ha diviso anche il mondo politico tra favorevoli e contrari.
Il presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, ha invece annunciato l’importanza di partecipare alla cerimonia in ricordo della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo.
A Udine, la Liberazione, invece, unisce e non divide e le celebrazioni come da tradizione si svolgono in segno di continuità con quanto fatto da tutte le amministrazioni precedenti.
“La Festa della Liberazione è la celebrazione più significativa per promuovere le virtù civili in una società dove si vuole affermare la libertà, la democrazia, i diritti umani e il rispetto delle minoranze”. E’ una parte del discorso che il sindaco di Udine Pietro Fontanini pronuncerà in Piazza libertà in occasione della cerimonia ufficiale per il 74mo anniversario della liberazione. Nel capoluogo friulano, contrariamente a quanto accadrà a Trieste, quindi, tutto si svolgerà come da copione seguendo un programma storico che si ripete da oltre 20 anni, in accordo con le associazioni che fanno parte del comitato organizzatore.
“Questo – ci spiega il primo cittadino – grazie al fatto che a Udine non sono state vissute divergenze. Quest’anno è prevista la relazione di un rappresentante dell’Anpi , mentre nel 2020 il compito spetterà a un portavoce dell’Apo. Oltre ai discorsi ufficiali e alle varie deposizioni di corone d’alloro nei luoghi più significativi della Resistenza- continua Fontanini –andremo anche al cimitero degli alleati”.
Dal canto suo il predecessore di Fontanini, Furio Honsell ricorda che anche in passato la festa è sempre riuscita e ha visto tutti uniti perchè il Comune, essendo al servizio del Comitato per la difesa dell’ordine democratico, ha fatto parlare i sindacati e le associazioni partigiane. Il 25 aprile è una festa dove tutto il popolo si ritrova unito nei valori della libertà e dell’uguaglianza.
“Le polemiche nascono – conclude – dove c’è qualcuno che vuol fare il maestro di cerimonia: non ci può essere solo una persona che decide, perché l’organizzazione deve scaturire da una collegialità che festeggia unita la liberazione e la vittoria sul fascismo”.