Si è trattato di un infarto fulminante, un malore che ha colto l’ottantenne don Giuseppe (Jože) Markuža, parroco di Sgonico. Poco prima della celebrazione della Messa Crismale, questa mattina, il sacerdote si è sentito male, cadendo a terra.
Immediata la chiamata al 112 mentre il primo aiuto, anche grazie a un defibrillatore presente in parrocchia, è stato portato da alcuni presenti. Sotto gli occhi attoniti del clero goriziano, don Markuža è stato trasportato dal personale del 118 in pronto soccorso a Gorizia, dove si è tentata nuovamente la rianimazione, ma attorno alle 12.30 è stato dichiarato il decesso.
Don Jože era nato a Trieste il 18 gennaio 1939 ed era stato ordinato sacerdote 17 aprile 1965 a Roma presso il Collegio Russicum per il rito bizantino-russo. A Roma, tra l’altro, aveva anche conseguito il dottorato in scienze orientali.
Vicario cooperatore presso il Centro pastorale sloveno nel 1972, il primo ottobre 1975 era stato nominato parroco a Malchina, incarico che ha mantenuto sino al 1998. Nel 2004 l’arcivescovo De Antoni lo ha nominato Amministratore parrocchiale di San Pelagio e parroco di Sgonico e, in quell’anno, è divenuto anche Decano del Decanato di Duino. Nel 2006 era stato anche nominato Amministratore parrocchiale di Aurisina (incarico che ha mantenuto fino al 2009). Era, inoltre, presidente dell’Associazione ‘Aposolato dei Santi Cirillo e Metodio’.
Quando aveva ricordato il suo cinquantesimo di ordinazione aveva sottolineato: “La mia vocazione è nata in risposta a una chiamata precisa. Bisogna fare ciò che ci ha indicato Gesù nel Vangelo, seguirlo, poi tutto sarà bello. Il Signore ci sorprende sempre con la Sua bontà ed il Suo amore”.
Il vicario episcopale per i fedeli di lingua slovena, don Carlo Bolcina, nel ricordare l’amico e confratello Markuža, fa sapere che le celebrazioni del Triduo Pasquale tra Sgonico e San Pelagio sono sospese.
Le due comunità faranno riferimento a quella di Aurisina per questi giorni. Si apre, comunque, una problematica per le comunità di lingua slovena, perchè sono sempre meno i sacerdoti che possono celebrare in sloveno; all’interno dell’Arcidiocesi goriziana ne sono rimasti solo nove.