La nave mercantile Maraki, battente bandiera Moldavia, per i prossimi tre mesi non sarà più ammessa nel porto di Monfalcone né in qualunque altro porto italiano od europeo o nelle acque territoriali nazionali e degli altri Stati dell’Unione Europea. La nave è stata “bandita” a seguito di una ispezione eseguita, lo scorso 7 novembre, da un Ufficiale qualificato Psc. (Port State Control) della Capitaneria di porto di Monfalcone, nel corso della quale sono state rilevate gravi violazioni in materia di sicurezza della navigazione, sia sotto il profilo della safety di bordo che delle condizioni di vita e lavoro dei marittimi, oltreché mancanze nella gestione della sicurezza in generale della nave da parte della società armatoriale.
Al termine dell’ispezione è stato inizialmente formalizzato il provvedimento di detenzione della nave, il fermo amministrativo che impedisce che possa riprendere la navigazione in assenza delle minime condizioni di sicurezza e obbliga l’armatore ad adottare gli opportuni provvedimenti per rimettere in sicurezza la nave.
Dall’inizio dell’anno è l’ottava nave detenuta ed è la seconda ad essere stata bandita dagli ispettori della Capitaneria di porto di Monfalcone nel corso delle 33 ispezioni compiute ad altrettante navi straniere considerate “a rischio”.
Ma la stessa nave Maraki era già stata fermata e detenuta altre due volte nel corso degli ultimi mesi da parte di Ispettori P.S.C. di altri Stati europei ove aveva fatto scalo.
La rete di sicurezza marittima dell’Unione Europea ha quindi consentito di far scattare, alla terza detenzione nel corso di 36 mesi, il più grave provvedimento di “bando” – un divieto temporaneo di accesso a tutti i porti, ed alle acque territoriali nazionali, dell’Italia, dei Paesi dell’Unione Europea nonché di altri Stati extra-europei (come ad esempio il Canada) aderenti all’accordo internazionale sui controlli per la sicurezza della navigazione denominato “Paris M.o.U.” – Memorandum of Understanding di Parigi del 1988. Simili provvedimenti sono di carattere eccezionale, introdotti dalla normativa internazionale ed europea quale misura per combattere comportamenti recidivi di armatori insensibili alle misure di sicurezza marittima e più in generale alla salvaguardia della vita umana in mare, della sicurezza della navigazione e dell’ambiente marino; si tratta di misure che comportano importanti conseguenze negative, anche di tipo economico, per l’armatore e per la società di gestione della nave.
La nave Maraki quindi, una volta eliminate tutte le mancanze riscontrate, ha lasciato il porto di Monfalcone e per tre mesi non potrà approdare nei porti europei e degli altri Stati aderenti al protocollo di Parigi.