Un ultrasettantenne residente in provincia di Pordenone, è stato arrestato dalla Polizia di Stato per violenza sessuale aggravata, poiché commessa, continuativamente per anni, ai danni delle due nipoti minorenni. La scrupolosa e approfondita attività di indagine è stata avviata in seguito alle denunce presentate proprio dalle due vittime, ora maggiorenni, che hanno trovato la forza di rivolgersi alle autorità per raccontare le violenze patite.
Gli elementi investigativi così raccolti hanno consentito di accertare le gravi responsabilità dell’arrestato, qualificandolo come un vero e proprio predatore sessuale senza scrupoli poiché, ponendo in essere condotte subdole e molto spesso violente, approfittando del proprio ruolo di nonno, con cadenza pressoché quotidiana e per anni ha costretto le nipotine a subire violenze inaudite e abusi di ogni genere, anche con il sadico utilizzo di oggetti impropri e “sex toys”, evidenziando un disinteresse e una crudeltà agghiaccianti nei confronti delle nipoti, il tutto seguito da minacce quotidiane di ritorsioni se mai avessero raccontato a qualcuno quanto faceva loro, assicurandosi per anni un muro di omertà alimentato dal terrore.
“La costante reiterazione del reato, le circostanze concrete e le gravissime modalità delle condotte contestate, tra cui spicca il pretesto di aiutarle negli studi per potersi avvicinare loro tutti i giorni, restituiscono un quadro di indicibile devianza sessuale di un soggetto che agiva come uno spietato aguzzino in danno di due ragazzine indifese e incapaci di opporsi, totalmente soggiogate e terrorizzate – sottolinea la Questura di Pordenone -. Questo vero e proprio orco non si è fatto alcuno scrupolo né ha manifestato qualsivoglia segnale di remora morale nel perpetrare con pervicacia criminale e fredda determinazione il proprio schema di pedofilia predatoria“.
Secondo gli investigatori il “nonno orco” ha dimostrato di essere privo di qualsiasi freno inibitore, evidenziando una pericolosità criminale di gran lunga fuori dal comune.
Gli anni di sofferenza silenziosa subiti dalle vittime, che le hanno sprofondate nel malessere più intimo, sono stati definitivamente interrotti dagli investigatori della Polizia di Stato che hanno dato finalmente voce a queste testimoni sino ad ora silenziose, come peraltro riportato dal G.I.P. nella stessa Ordinanza di Custodia: “(…) le dichiarazioni delle due ragazze appaiono oltremodo dettagliate, precise, coerenti, tragicamente collimanti nel descritto modus operandi dell’uomo (…) e ciò lo rende tuttora oltremodo pericoloso con un rischio di recidiva che, in assenza di un percorso terapeutico, allo stato non può dirsi sopito e superato”.
L’uomo è stato sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari presso la propria abitazione con applicazione del braccialetto elettronico, anche in applicazione delle nuove prassi operative contemplate dalla Legge n. 69/2019, Codice Rosso.