Dalle prime luci dell’alba, la Direzione Investigativa Antimafia e il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria delle Fiamme gialle di Trieste, in esito a indagini di polizia giudiziaria co-delegate, coordinate dal Procuratore della Repubblica Antonio De Nicolo e dal sostituto procuratore Massimo De Bortoli della locale Dda, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di nove soggetti.
L’operazione è inserita in un più ampio contesto di contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata nel territorio friulano. Alcuni soggetti colpiti dai provvedimenti restrittivi, già in passato contigui a un sodalizio criminale camorrista, attivo in Friuli Venezia Giulia e Veneto orientale, vengono ritenute responsabili, a vario titolo, di estorsione aggravata dal metodo mafioso, per avere costretto – con condotte intimidatorie – numerosi commercianti ambulanti friulani e veneti a non esercitare la propria attività imprenditoriale.
In particolare tali manifestazioni intimidatorie erano orientate a impedire il regolare svolgimento, a Bibione, del mercato ‘I Giovedì del Lido del Sole’, che promuove l’artigianato e le aziende agricole locali. Lo scopo sarebbe stato quello di conseguire il diretto controllo delle attività economiche e condizionare così il libero mercato e lo sviluppo economico e sociale della rinomata località turistica.
Particolarmente significativi sono alcuni accadimenti emersi nel corso delle attività investigative. Si è infatti accertato che, anche in occasione di altre manifestazioni fieristiche promosse sul litorale friulano – veneto, siano state organizzate vere e proprie spedizioni punitive, effettuate con l’ausilio di armi al seguito, nei confronti di chi aveva tentato di opporsi alla sudditanza imposta dal vertice del gruppo criminale.
Uno dei principali soggetti indagati, mediante il costante ricorso ad attività di cessioni “in nero” di merci contraffatte, nonché all’utilizzo e all’emissione di false fatturazioni, ha accumulato a partire dall’anno 2016 un ingente patrimonio illecito, in parte depositato su conti correnti all’estero. Nel corso delle attività di polizia giudiziaria è stata sequestrata nella sua abitazione la somma equivalente di 100.000 euro in corone della Repubblica Ceca.
Il complesso dispositivo attuato ha visto impiegato il personale appartenente ai Reparti territoriali della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, delle provincie di Venezia, Udine e Pordenone, nonché i militari dell’8° Reggimento Genio Guastatori di Legnago oltre a unità cinofile addestrate al rinvenimento di denaro contante (i “cash dog” della Guardia di Finanza).
L’operazione, tuttora in corso, con l’esecuzione di decine di perquisizioni presso i luoghi nella disponibilità delle persone indagate, ha permesso di sequestrare una pistola con matricola abrasa, armi bianche e denaro contante.
I COMMENTI. “Un plauso al lavoro di DIA, Guardia di Finanza e DDA di Trieste per l’operazione ha portato a decine di arresti per estorsione aggravata dal metodo mafioso nel Veneto orientale e nel Friuli Venezia Giulia”. Lo esprimono la parlamentare europea del MoVimento 5 Stelle, Sabrina Pignedoli, i deputati Sabrina De Carlo e Luca Sut, e il capogruppo pentastellato in Consiglio regionale, Cristian Sergo.
“Il fatto che l’azione sia partita da Trieste e non da Venezia e che, pur essendo al momento coinvolta solo della Fiera di Bibione, le indagini abbiano riguardato anche la provincia di Udine, riteniamo sia un chiaro segnale della presenza sul nostro territorio di persone che si organizzano in maniera criminale per poter gestire e controllare le attività economiche – aggiungono gli esponenti M5S -. Proprio quella presenza da noi temuta e contrastata sin dal primo giorno in cui siamo entrati in consiglio regionale”.
“Ringraziamo le forze dell’ordine e la magistratura per il loro prezioso operato, ma non possiamo sempre attendere che siano le loro azioni a portare alla luce questi fenomeni – concludono i portavoce – Il loro è un intervento a cose fatte, il compito della politica e delle associazioni di categoria è evitare che ciò avvenga”.
“L’operazione condotta della Dia assieme alla Guardia di Finanza e alla Dda di Trieste è meritoria e ha un forte significato dal punto di vista del contrasto attivo alla criminalità organizzata, ma dobbiamo riconoscere che serve un impegno più esplicito e complessivo contro un fenomeno che non lascia intatta nessuna isola felice. Corretta è la lettura di chi già qualche anno fa metteva in guardia rispetto al fatto che su questi territori non si può più parlare di infiltrazioni ma di veri insediamenti della criminalità organizzata. Purtroppo la messa in opera di metodi mafiosi è stata già riscontrata anche in città solo apparentemente silenti come Trieste, dove invece è da preservare un tessuto civile e un diffuso rispetto della legalità che può far da argine all’aggressione criminale”. Lo dichiara la presidente del gruppo Pd alla Camera Debora Serracchiani, a seguito degli arresti operati in relazione a fenomeni di estorsione aggravati dal metodo mafioso nei confronti di commercianti ambulanti friulani e veneti.