Resta in carcere Vincenzo Paglialonga, il 40enne vicino di casa indagato per l’omicidio di Lauretta Toffoli, la 74enne uccisa nel suo appartamento, in via della Valle, a Udine.
La decisione del Gip Matteo Carlisi è arrivata dopo quasi due ore di udienza nel carcere di via Spalato, dove l’uomo si trova in stato di fermo. Oltre alla custodia cautelare come indiziato per l’omicidio, è stata disposta anche la convalida dell’arresto per evasione dai domiciliari, con manomissione del braccialetto elettronico.
A nulla è valsa l’opposizione del difensore di Paglialonga, l’avvocato Piergiorgio Bertoli, che aveva insistito sulle precarie condizioni psicofisiche del suo assistito. Per il Gip, le patologie non sono tra quelle incompatibili con la detenzione.
Questa mattina è iniziata l’autopsia sul corpo della 74enne, disposta dalla Procura di Udine e affidata al medico legale Carlo Moreschi. Gli inquirenti hanno disposto anche l’esame subungueale. Tra qualche giorno, poi, saranno analizzati i cellulari del 40enne e del figlio di Lauretta, oltre alle immagini riprese dalla telecamera di videosorveglianza installata da una vicina di casa della vittima.
Paglialonga era finito ai domiciliari con l’accusa di rapina per la sottrazione di un cellulare. Il 40enne era evaso una prima volta per fare la spesa. Arrestato, era stato portato nel carcere di Pordenone e, poi, rimesso ai domiciliari con il braccialetto elettronico per le sue precarie condizioni di salute. Era tornato a casa alle 16 di venerdì 6 maggio. Poi, a un certo punto della notte, si è tolto il braccialetto elettronico. Resta da capire – secondo il suo legale – se prima o dopo l’ora dell’omicidio che, in base alla perizia del medico legale, potrebbe risalire alle prime ore di sabato, tra l’1 e le 2.
“Sono evaso, ma non ho ucciso io Lauretta Toffoli”. E’ così che Paglialonga si è difeso davanti al Gip Carlisi e alla Pm Claudia Finocchiaro. A spiegarlo è stato il suo difensore che ha ricostruito quella serata. “Ha chiarito la sua posizione”, ha detto Bertoli. “Ha ricostruito quella serata. Ha ammesso l’evasione e quindi la rottura del braccialetto elettronico e ha negato ogni sua partecipazione al delitto”.
Per Bertoli l’ora dell’omicidio non collima con quella dell’evasione. “Mi pare che la ricostruzione di Paglialonga sia molto più reale di quella della pubblica accusa, perché tutti i testimoni indicano orari diversi rispetto ai fatti così come contestati e quindi quello sono gli orari le sarà un elemento centrale della difesa”.
Sabato la polizia si è presentata tre volte a casa del 40enne: per l’allarme del braccialetto elettronico a mezzanotte e 20, non trovandolo in casa; poi all’1.45 quando era in casa e, infine, alle 7 del mattino, quando è stato fermato in strada.
Paglialonga ha risposto anche in merito ai due televisori appartenuti a Lauretta e trovati a casa sua. “Ha dichiarato che gli sono stati consegnati dalla signora per ragioni che poi chiariremo”, ha concluso il suo legale.