Spunta la pista pakistana nell’omicidio di Lauretta Toffoli. La notte di sabato 7 maggio nell’appartamento di Vincenzo Paglialonga, nel condominio di via della Valle a Udine, sarebbero state presenti altre persone che potrebbero essere coinvolte nel delitto.
A riferirlo l’avvocato Piergiorgio Bertoli, difensore del 40enne, indiziato dell’uccisione della vicina 74enne. “La madre dell’assistito aveva chiesto di poter vedere il figlio in carcere, ma oggi abbiamo ricevuto il provvedimento della Procura che nega la possibilità di colloqui in quanto sussistono rischi d’inquinamento probatorio. La signora è a conoscenza di alcuni aspetti della vicenda, che potrebbero scagionare il figlio e su questi è stata sentita ieri dagli inquirenti”, precisa Bertoli.
Il legale annuncia che chiederà una modifica della misura cautelare nei confronti del suo assistito, le cui condizioni di salute sono incompatibili con il carcere. L’avvocato chiederà che sia trasferito in una clinica “per ricevere le cure indispensabili per la sua stessa sopravvivenza”.
Nel frattempo, questo pomeriggio nella chiesa del cimitero di San Vito, a Udine, si sono tenuti i funerali della vittima, uccisa con 33 coltellate. In prima fila l’ex marito, Paolo Mason, e il figlio della coppia Manuel, insieme agli altri familiari.