“Volevo solo rapinare, non ho mai pensato di sparare. Era un ragazzo di due anni più grande di mio figlio, una parte di me è morta con lui”. Sono le spontanee dichiarazioni resa da Raimondo Raiola durante il processo in Corte d’Assise a Udine che lo vede imputato dell’omicidio di Rahmani Zazai avvenuta il 6 giugno 2020.
Raiola ha dichiarato di non voler rispondere alle domande delle parti durante il processo. “La notte – ha affermato l’imputato – non riesco a dormire e mi sveglio continuamente per quello che mio malgrado si è venuto a creare. Ho portato la pistola solo per spaventarlo e chiedergli di non minacciare più la mia famiglia. E’ stato un incidente, lo giuro sulla mia famiglia. L’ho colpito col calcio di una pistola per andare via senza essere seguito. Ora ho addosso un macigno”.
Anche l’altro imputato, il 31enne Jeorge Wilfredo Martinez, ha annunciato di voler rendere spontanee dichiarazioni. Durante l’udienza ha testimoniato anche un ufficiale del Ris di Parma che ha spiegato come dalla Beretta requisita a Raiola e da lui regolarmente detenuta non sarebbe potuto partire un colpo solamente a causa di un urto, ma che era necessario che il dito premesse il grilletto. La prossima udienza è prevista per metà ottobre.