Con la scusa di acquistare un immobile, avevano contattato un 75enne di Mossa, ma poi uno di loro gli aveva sottratto 7mila euro: due uomini sono stati condannati a due anni e un mese di reclusione ciascuno per truffa. E’ la pena comminata dal giudice monocratico Daniele Faleschini Barnaba del Tribunale di Udine a un 67enne di Tavagnacco e a un 27enne di Manzano. I due erano stati accusati di furto, reato poi riqualificato in truffa. Assolta per non aver commesso il fatto, invece, una terza persona.
I fatti contestati risalgono al gennaio 2019, quando il 67enne aveva contattato la persona offesa per l’acquisto di un compendio immobiliare a Gorizia. Il venditore incontrò poi a Pradamano i due condannati, concordando il prezzo in 600mila euro, mentre in un secondo e in un terzo incontro furono definiti i dettagli e consegnata copia del contratto preliminare della compravendita.
In quest’ultima occasione, però, il 27enne chiese al venditore il favore di cambiargli 10mila euro. L’ultimo incontro avvenne a febbraio nell’abitazione del manzanese, dove il malcapitato gli consegnò 7mila euro in biglietti da 50 e 100 euro. A quel punto, il padrone di casa, presi i contanti, si era dileguato con un pretesto per non fare più ritorno.
Il difensore del 67enne, l’avvocato Piergiorgio Bertoli, ha annunciato l’intenzione di presentare ricorso. “Sono convinto – spiega il legale – dell’innocenza del mio assistito, che contattò il venditore in due occasioni, una telefonata e una cena, per parlare dell’acquisto, senza poi prendere parte alle vicende successive”.
Anche il difensore del 27enne, l’avvocato Domenico Servillo del Foro di Brescia, si è riservato di ricorrere in appello dopo il deposito delle motivazioni.