E’ il primo 8 marzo senza una donna importante, Nadia Orlando, la 21enne uccisa l’estate scorsa dal fidanzato Francesco Mazzega. Una festa della donna nella quale si sottolineano il fenomeno della violenza di genere e i ricorrenti femminicidi, con il coinvolgimento anche dei figli, come nell’ultimo drammatico episodio di Cisterna di Latisana, dove un carabiniere ha ucciso le due figlie e ferito gravemente la moglie che voleva separarsi da lui. Insomma una carneficina continua, inesorabile.
Questa mattina Giuseppe Melillo, non nuovo a simili sortite, è tornato a Muzzana del Turgnano con alcuni amici di Dignano e Fagagna, una quindicina di persone, un gruppo del quale faceva parte anche la zia di Nadia, Mary.
“Siamo andati davanti alla chiesa di Muzzana, poi al mercato settimanale e vicino alla casa di Mazzega”, racconta Melillo. “Ci siamo fermati a una trentina di metri dall’abitazione dove Mazzega sta scontando i domiciliari. Non potevamo mancare in una giornata così importante”.
Melillo racconta che molte persone si sono fermate e alle donne il gruppetto ha regalato mimose, un gesto d’affetto sempre nel ricordo di Nadia. Gli amici della giovane di Vidulis hanno esposto cartelloni e foto. Particolarmente toccante un’immagine della tomba dove riposa la 21enne, accompagna dalla scritta “questi sono i domiciliari di Nadia”. E ancora, sull’auto di Melillo, esposte un paio di scarpe e un cuscino rosso, con il quale è stata uccisa Nadia.
Melillo, nel pomeriggio, si è spostato a Udine, in piazza del Lionello, accanto all’ufficio mobile della polizia di Stato per sensibilizzare contro la violenza sulle donne e per dire, aggiungiamo noi, che sarebbe meglio vedere qualche mazzo di mimose in meno e tutte le donne non violate e sempre rispettate.